La sperimentazione programmata dal ministro Moratti, secondo il Cnpi, non rispetta i tempi adeguati, né indica la disponibilità di congrue risorse aggiuntive, umane e finanziarie.
Occorre perciò che si riuniscano gli organi collegiali e che in caso di delibera positiva si reperiscano le risorse, si acquisisca la disponibilità dell’ente locale dove richiesta, si proceda alla rielaborazione del Pof, si individuino i docenti cui affidare i vari compiti, si presenti il progetto della scuola ai genitori.
Mancano inoltre, nel decreto del Ministro, criteri oggettivi per la scelta delle scuole e per procedure condivise.
Entrando nello specifico delle due scuole, relativamente alla scuola dell’infanzia il Cnpi sottolinea la mancanza di precisi e significativi criteri per la scelta delle scuole destinate ad effettuare la sperimentazione, che non si giustifica l’esclusione degli istituti comprensivi, che sono incongrui i tempi della sperimentazione, che poiché la sperimentazione riguarda aspetti organizzativi e didattici non si può prescindere dal coinvolgimento in prima persona del collegio dei docenti. Ristretti sarebbero anche i tempi per la formazione e l’informazione degli insegnanti.
In particolare il Cnpi sottolinea che nel progetto di sperimentazione della scuola dell’infanzia non si tiene conto delle importanti sperimentazioni pregresse quali il progetto ASCANIO, condotto per anni su una ampio e significativo campione di scuole, di quello ALICE, e del QUASI, un’esperienza relativa alla valutazione della scuola dell’infanzia anche perché il Rapporto Finale della Consultazione sulle Linee di Sviluppo della Scuola dell’Infanzia, di tre anni addietro, aveva evidenziato la necessità di ricercare in termini di standard quantitativi i tempi necessari allo svolgimento delle attività da garantire a tutti gli alunni, all’ampliamento dell’offerta formativa, alla frequenza dei bambini, alla contemporaneità dei docenti.
Relativamente alla scuola elementare il Cnpi osserva che la via sperimentale è stata sempre guardata con simpatia in quest’ordine di scuola, ma così come proposta nel decreto e nei documenti allegati, costituisce una pericolosa improvvisazione ed un’improvvida imposizione.
Occorre, perciò, fare chiarezza di obiettivi, coinvolgere tutti i soggetti impegnati, rivedere la tempistica, reperire le risorse umane e finanziarie, negoziare e concertare colà dove è necessario.
Il Cnpi affrontando il problema tanto dibattuto dell’insegnante prevalente sottolinea come c’è il pericolo di un ritorno all’insegnante unico giacché ad un insegnante si attribuiscono di fatto competenze disciplinari di base. Ne risulta un carico notevole di responsabilità ed una sorta dio gerarchia professionale sui colleghi del team, destinati esclusivamente ai laboratori.
Il Cnpi sottolinea la necessità di salvaguardare la collegialità del team con una più equilibrata ripartizione degli insegnamenti frontali nella classe.
Ricorda, poi, come non possa essere presentata come una novità l’insegnamento individualizzato perché fortemente praticato da decenni nella scuola elementare e che è stata pratica molto in uso nella scuola elementare
Tutto sommato, la valutazione del Cnpi, pur critica lascia aperti spazi ad eventuali correttivi che il Ministro volesse adottare soprattutto in ordine alla tempistica.sarebbe auspicabile che si avviasse immediatamente nella scuola primaria e in momenti successivi i quella dell’infanzia.
Il ministro del Miur, Letizia Moratti, forte della maggioranza politica che la sostiene, non si è lasciata scoraggiare dal parere critico dell’alto consesso di consultazione della scuola e, nonostante tutto, come già in altre occasioni, ha dimostrato di voler continuare per la sua strada.
Ha confermato le intenzioni di proseguire nella sperimentazione nei tempi già programmati e, con il suo consueto ottimismo, ha affermato che "la finalità della sperimentazione è proprio quella di accertare sul campo se i nodi critici segnalati dal gruppo redazionale del Cnpi, sotto il profilo pedagogico, didattico ed organizzativo,possano essere, nella pratica, superati attraverso l’impegno attivo e partecipato della sperimentazione.
Ha annunciato un nuovo decreto e che a partire dal 12 settembre saranno programmati incontri con i Direttori regionali generali unitamente agli ispettori tecnici della scuola dell’infanzia e di quella elementare per illustrare le direttive e per diffondere tutte le informazioni utili per la scelta definitiva delle scuole, per la verifica delle condizioni e per l’avvio della stessa sperimentazione nella seconda decade del corrente mese.
Significativo il fatto che il Ministro si sia ricordato che nella scuola esistono ancora gli Ispettori Tecnici, completamente ignorati nella prima bozza di decreto, e che al momento sono gli unici abilitati a sostenere le sperimentazioni.
Ha altresì annunciato Conferenze di servizio con i dirigenti scolastici ed ha sottolineato il principio dell’autonomia scolastica che responsabilizza le scuole nell’elaborazione del progetto.
Ha aggiunto, nell’apposito comunicato, che esiste la possibilità di superare le difficoltà di natura finanziaria attingendo ai finanziamenti territoriali.
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