Le scuole si sono volontariamente candidate (con delibera del collegio dei docenti) e sono stati valutati solo i docenti che ne hanno fatto richiesta (circa 2/3). Il processo è stato gestito interamente all’interno delle scuole e per scelta del MIUR, potevano essere giudicati “meritevoli” non più del 30% dei candidati, a cui è stato poi attribuito un bonus individuale (una mensilità extra). Considerando il fatto che per insegnare sono necessarie molte qualità, ad esempio:
conoscere la disciplina, saperla trasmettere, saper motivare, saper valutare gli studenti, sapersi relazionare con i colleghi e l’organizzazione, sapersi relazionare con le famiglie, aggiornarsi costantemente e “restare in presa” con i giovani; gli obiettivi della sperimentazione si sono focalizzati nei seguenti punti:
1.Riconoscere gli insegnanti meritevoli con integrazioni retributive e di immagine, per valorizzare il loro impegno
2.Stimolare un’emulazione positiva tra gli insegnanti che allarghi l’area dell’eccellenza professionale
3.Fare emergere in ogni scuola le personalità più apprezzate, tra cui scegliere le più idonee per incarichi ulteriori di middle management e di vertice
4.Attirare i laureati migliori alla professione insegnante con prospettive di possibili maggiori riconoscimenti remunerativi, di prestigio e di carriera
5.Indurre nei docenti un’abitudine all’autovalutazione
A tal proposito Dirk Van Damme, Direttore del Centre for Educational Research and Innovation (CERI) presso l’OCSE di Parigi e del Teaching and Learning International Survey (TALIS) dell’OCSE dice: ” Sicuramente la sperimentazione non è perfetta ma può essere migliorata in alcuni aspetti, tra cui l’ esplicitazione di standard professionali, i feedback per gli insegnanti valutati, la relazione tra valutazione degli insegnanti e innovazione “.
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