Il potenziamento dell’alternanza scuola/lavoro è uno dei provvedimenti più discussi della legge 107, la Buona Scuola.
L’alternanza scuola-lavoro costituisce una vera e propria combinazione di preparazione scolastica e di esperienze assistite sul posto di lavoro, progettate in collaborazione con il mondo dell’impresa, al fine di rendere gli studenti in grado di acquisire conoscenze e abilità e competenze utili allo sviluppo della loro professionalità.
La legge 107/2015, rivolto a tutti gli studenti del secondo biennio e dell’ultimo anno, prevede obbligatoriamente un percorso di orientamento utile ai ragazzi nella scelta che dovranno fare una volta terminato il percorso di studio. Il periodo di alternanza scuola-lavoro si articola in 400 ore per gli istituti tecnici e 200 ore per i licei.
Le finalità sono diverse: per gli istituti tecnici e professionali, questi progetti, hanno l’obiettivo di aprire ai giovani una possibilità di sbocco lavorativo futuro e, finito il percorso, il giovane può essere assunto direttamente dall’azienda con cui ha realizzato il progetto di alternanza. Nei licei, invece, c’è un approccio più mirato all’orientamento nella scelta universitaria: quindi il percorso alternanza scuola-lavoro permette di cominciare a capire quale sia il settore aziendale, la tipologia di lavoro che più attira il giovane, e in base alla quale scegliere il percorso universitario più idoneo.
Adottarla anche per presidi e docenti
In un’intervista a La Repubblica, edizione di Torino, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Fabrizio Manca, fa il punto sull’alternanza scuola/lavoro nel proprio territorio di competenza e lancia anche un’idea: “Per le scuole sono in arrivo risorse aggiuntive per l’alternanza scuola/lavoro. Questa è la migliore risposta alle polemiche”.
Manca fa riferimento ai documenti approvati da alcune scuole piemontesi nei confronti del nuovo meccanismo di alternanza.
Il direttore dell’Usr Piemonte rilancia: “L’alternanza verrà estesa anche a presidi e insegnanti. Coinvolgeremo più le aziende formando gli insegnanti. Si tratta di un problema serio perché soprattutto nei licei mancano le competenze su come creare rapporti con le imprese e su come co-progettare i percorsi. Con i Giovani dell’Unione industriale di Torino e con Fca stiamo progettando percorsi rivolti a lavoro. Bisogna fare esperienze concrete, toccare con mano le cose, vedere come sono organizzate le grandi aziende, come funzionano le fabbriche”.