In Italia la spesa per la Scuola è ferma all’8 per cento. Mentre nell’area Ocse è superiore, in media, di oltre il 50 per cento: è infatti pari al 12,5 per cento. A rilevallo é il rapporto Ocse “Uno sguardo sulla pubblica amministrazione” (“Governement at a glance”).
Il rapporto, da cui si evince che da un lato che il debito pubblico lordo italiano nel 2013 era pari al 143% del Pil contro il 117,8% medio Ocse, ma anche che il saldo strutturale corretto per il ciclo è passato da un deficit del 4,2% del Pil potenziale nel 2009 a un disavanzo dello 0,2% nel 2013 fino al surplus dello 0,4% nel 2014, entra nel dettaglio della spesa pubblica.
Ebbene, dal rapporto emerge che siamo gli ultimi nell’area per le spese in fatto di istruzione. Peggio di noi fa solo la Grecia, che investe nella Scuola appena il 7,6 per cento di spesa statale.
Dal rapporto emergono invece le altre voci di spesa dell’Italia: nel 2013 è andata per il 17,5% ai servizi pubblici generali (contro il 13,8% medio OCSE), per il 2,3% alla difesa (con un sensibile distacco rispetto all’area, visto che la media è del 5,5%), per il 3,8% all’ordine pubblico e alla sicurezza (4,4%), per l’8,2% agli affari economici (9,5%), per il 14,1% alla sanità (17,7%), per l’1,4% alla cultura (1,5%) e per il 41,3% alla protezione sociale (contro il 32,4%).
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Rispetto al 2007, è stata tagliata di 0,8 punti la spesa per i servizi pubblici generali (contro -0,6 medio Ocse), di 0,1 quella della difesa (-0,5), di 0,7 per gli affari economici (-0,3). E’ stata invece aumentata di 0,1 punti rispetto al totale la spesa per l’ambiente (contro -0,1 medio Ocse), è rimasta invariata per l’housing, è poi calata dello 0,2 per la sanità (contro +0,8), dello 0,4 per la cultura (-0,2) e addirittura dell’1,6% per l’istruzione (il doppio rispetto allo -0,8 medio Ocse).
Mentre la spesa per il welfare è salita del 3,9 (contro +2,3 medio Ocse) riflettendo l’aumento della disoccupazione. Se si prende in considerazione, invece, il tipo di transazione economica, dai dati Ocse emerge che la retribuzione dei dipendenti pubblici ha assorbito 19,8% totale della spesa pubblica, in calo di 1,7 punti rispetto al 2007: gli stipendi più indietro di tutti, ricordiamo, sono quelli della scuola, dove il blocco risale al 2009. Mentre negli altri comparti della PA il blocco è scattato dall’anno successivo.
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