Uil Scuola commenta i dati diffusi dalla Ragioneria Generale dello Stato in materia di spesa pubblica: “Il Tesoro – dichiara Pino Turi, segretario nazionale del sindacato – ci dà una buona notizia: i soldi dello Stato sono spesi bene, si investe in istruzione e sanità”
Ma subito dopo aggiunge: “Si tratta di beni e diritti che vanno riconosciuti a tutti e che sono graditi dai cittadini e devono essere garantiti dallo Stato. Rappresentano due dei fiori all’occhiello del nostro paese. Per questo siamo preoccupati dal modo in cui sono stati presentati: la solita mistica dei costi da eliminare”.
In effetti il rapporto della Ragioneria segnala che le spese per la scuola corrispondono esattamente ad un costo pro-capite pari a 600 euro all’anno: “Sembra – commenta Turi – che si intenda farne un elemento di condizionamento nel bel mezzo della campagna politica. E si sceglie presentare i dati come un costo che grava su ogni cittadino”.
“Il fatto è – aggiunge il segretario della Uil Scuola – che non sono gli stipendi e le spese delle scuole alte, ma l’oltre un milione di lavoratori nel settore, sottopagati e costretti, in alcuni casi, a lavorare in ambienti non a norma. Che poi, debbano sentirsi anche un peso per il singolo cittadino, è il colmo”.
Non manca, nel commento di Pino Turi, un attacco squisitamente politico al Governo: “Si sta perdendo il senso politico e si sta affidando alla tecnocrazia, ai numeri presentati ad arte, la chiave per leggere la realtà e per favorire coloro che vogliono smantellare lo stato sociale. E’ il vento del neo liberismo che sta creando forti disuguaglianze a cui ci stiamo assuefacendo”.
“Occorre un’inversione di tendenza – conclude il segretario – la scuola è un investimento e non un costo. Sarebbe opportuno ricordarlo anche in questi momenti, alla vigilia del rinnovo del contratto di lavoro”.
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