L’aula magna dei Palazzo Bo dell’Università di Padova, intitolata a Galileo Galilei che qui ha insegnato, ospita il 4 e 5 dicembre l’incontro di formazione per insegnanti, giornalisti, amministratori locali, operatori sociali e studenti dedicato all’inaugurazione dell’anno dei diritti umani.
Dedicato ad Antonio Papisca – che all’università di Padova ha fondato e diretto il Centro di Ateneo per i diritti umani, l’incontro è organizzato dal Coordinamento Enti Locali per la pace e i diritti umani, dalla rete nazionale delle scuole per la pace, dal Cipsi, dall’Università di Padova, dall’Università Lumsa, con il supporto del MIUR.
Il punto di partenza è stato l’articolo 1 della dichiarazione universale dei diritti: “Tutti gli uomini nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Era il 10 dicembre 1948, lo stesso anno in cui – dal primo gennaio, è entrata in vigore la Costituzione Italiana che proprio all’art. 3 richiama con decisione da un lato l’universalità dei diritti umani e dall’altro il dovere di solidarietà che si esplica nell’impegno a rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono la libertà e la piena uguaglianza di tutti i cittadini.
Introdotti da Flavio Lotti e da Marco Mascia i lavori si sono aperti facendo memoria di Antonio Papisca che ha sempre sostenuto che “non esistono diritti senza responsabilità”.
La prima sessione è stata dedicata alla analisi della situazione attuale dei diritti umani richiamando la necessità che essi diventino la bussola del processi educativi e formativi. Da qui la riflessione di Aluisi Tosolini, coordinatore della rete delle scuole per la pace, incentrata sulla necessità che i diritti umani e l’educazione alla pace divenga lo sfondo integratore entro cui unificare i saperi, le competenze, le discipline nella logica dell’educazione alla cittadinanza glocale. Di particolare interesse la riflessione di p. Egidio Canil della Basilica di San Antonio di Padova che, a partire dalla esperienza di San Francesco, ha evidenziato come tra le parole chiave della modernità (libertà, uguaglianza e fratellanza) proprio la fratellanza risulti oggi la meno realizzata. Con una precisazione: san Francesco non ha mai usato la parola astratta “fratellanza” ma ha sempre e solo parlato di “fratello” e “sorella”: ad indicare l’impegno concreto, immediato, diretto a costruire relazioni di pace fra umani e fra umani e natura.
Nella seconda parte della mattinata, alla presenza del Magnifico Rettore dell’Università di Padova e della Ministra Valeria Fedeli, si è ufficialmente inaugurato l’anno dei diritti umani che celebrerà da oggi sino al 10 dicembre 2018 i 70 anni dalla loro promulgazione.
Nel suo intervento la ministra Fedeli ha in primo luogo rivendicato il significato e l’importanza della sua presenza a Padova sottolineando come l’avvio della celebrazioni dei 70 anni dei diritti dell’uomo debba essere considerata un elemento cruciale nel percorso di formazione e istruzione.
Nel corso del suo intervento tre sono state le riflessioni cui corrispondono tre annunci.
La prima riflessione si è incentrata sul 1948: anno dell’entrata in vigore la costituzione italiana e della dichiarazione universale dei diritti umani. Da qui la scelta di distribuire a tutti i ragazzi e ragazze delle scuole italiane, l’8 gennaio 2018, verrà distribuita a tutti i ragazzi e a tutte le ragazze una copia della Costituzione italiana con l’invito da parte della Ministra non solo a leggerla ma anche a far rivivere il dibattito dei padri costituenti che reso possibile la Costituzione.
Il secondo annuncio – alla presenza di Italo Fiorin che è stato da pochissime settimane incaricato dalla ministra di fare il punto sull’attuazione delle indicazioni nazionali del I ciclo – riguarda la necessità di implementare in modo esplicito e strutturale i processi formativi con i valori e i principi della Costituzione italiana, con le regole europee, con i diritti umani inalienabili. Implementazione che deve essere capace di passare dalla sola dimensione teorica all’impegno concreto nella trasformazione della società, all’attuazione. E solo cosi i valori della carta dei diritti diventano davvero parte integrante dei percorsi formativi.
E, terza riflessione, “dobbiamo lavorare assieme – dice la ministra – per realizzare un percorso formativo strutturale e non occasionale. Siamo nell’epoca della digitalizzazione in cui abbiamo tantissime informazioni ma carenza di processi e percorsi formativi. Dobbiamo impegnarci nell’elaborazione di nuovi contenuti e nuovi saperi con cui implementare in modo strutturale i percorsi formativi.
Da ultimo, chiudendo il suo intervento, Valeri Fedeli ha richiamato la responsabilità dei politici a livello di linguaggio pubblico: linguaggio che sempre più crea barriere, fomenta odio, schiaccia le diversità e le differenze. Vanifica il discorso democratico.
La giornata di domani è dedicata interamente alla scuola, ai 253 docenti che sono giunti a Padova da 17 regioni, 44 province, 94 città per iniziare il percorso che condurrà al meeting delle scuole di pace (Assisi, 5-6 ottobre 2018) e sfocerà poi nella Marcia PerugiAssisi del 7 ottobre dedicata ai 70 anni della dichiarazione dei diritti dell’uomo.
Al programma nazionale di educazione ai diritti umani e alla cittadinanza glocale ha già visto l’adesione di oltre 160 scuole italiane che stanno sperimentando le linee guida che le scuole per la pace hanno realizzato nel corso del progetto “Dalla Grande Guerra alla Grande Pace” realizzato di concerto con la regione Friuli Venezia Giulia e diffuse anche al MIUR.
Per info: http://www.lamiascuolaperlapace.it/