Lo sport a scuola ha un ruolo sempre più marginale, una vero allarme sociale è stata lanciato in questi giorni sulla progressiva perdita di capacità motoria dei ragazzi italiani.
Un tema che il Miur intende affrontare su più fronti, come ha spiegato Antonino Di Liberto, dirigente dell’ufficio per le politiche sportive scolastiche del Miur a margine del convegno organizzato da Aics e Telefono Azzurro contro il disagio giovanile dello sport. “E’ vero che ci sono delle forti criticità e carenze – ha spiegato Di Liberto – ma oggi rispetto a ieri abbiamo più mezzi e strumenti per cercare di colmarle. Criticità anche strutturali che non facilitano lì’attività sportiva. Dobbiamo cambiare il modo di vedere l’attività sportiva facendo rete con le associazioni sul territorio. Noi non prepariamo campiono o atleti, il nostro ruolo è quello di educare i ragazzi e permettere loro di avere accesso alla pratica sportiva”. Concretamente il Miur metterà in campo diverse iniziative: “Negli ultimi anni il Governo ha raddoppiato il fondo per sport e ora il Ministero sta ponendo in atto una serie di iniziative che permetteranno alle scuole di acquistare le attrezzatura e di tutilizzare le struttre del territorio. Lo sport è un modello che trasmette sani stili di vita, dobbiamo pensare all’educazione fisica come ad un modello di welfare sinergico con altre attività. Inoltre lanceremo a breve una campagna di ascolto con le istituzioni e i ragazzi per chiedere loro quali sport vogliono fare a scuola”.
Secondo uno studio dell’Istituto regionale ricerca educativa del Lazio le qualità aerobiche (in sostanza la resistenza allo sforzo) di un adolescente italiano sta calando dal 2005 dell’1 per cento l’anno. Un problema affrontato a più riprese anche della pluricampionessa olimpica Valentina Vezzali, oggi deputato tra i banchi dell’aula di Montecitorio. “Lo sport è fondamentale all’interno del programma scolastico. Avevo presentato anche un disegno di legge che prevedeva l’inserimento dell’insegnate di scienze motorie dalla scuola primaria, purtroppo questo emendamento è stato stralciato dalla Legge 107/15 ed è stato sostituito da un articolo che consente al dirigente scolastico di avvalersi eventualmente di questa figura specifica. Oggi i ragazzi sono sempre più sedentari, non mi sembra un bel segnale perche si ritrovano poi ad undici anni che no sanno fare neanche una capriola”.
Per Bruno Molea, vice presidente della commissione cultura, scienza e istruzione, nonché presidente dell’Associazione italiana cultura sport (Aics) lo sport è la “terza agenzia formativa per le sue peculiarità, per questo serve fare una grande rete di collaborazione con la scuola, il mondo dello sport e le famiglie per tutelare la salute dei ragazzi. Creare osservatori, fare formazioni degli operatori, creare consapevolezza sono tre punti cardine attraverso i quali avviare un processo che ha come obiettivo la tutela dei ragazzi”.
Ernesto Caffo, presidente di SOS il Telefono Azzurro Onlus, invita il mondo la scuola a investire di più nella sport. “La scuola deve fare integrazione con le associazioni sportive e lavorare per creare persone e non atleti, anche se lo sport può essere un percorso professionale. E’ un ambito fondamentale della vita dei ragazzi e va valorizzato e protetto dalle istituzioni e delle famiglie”.
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