In questi giorni si fa gran parlare di uno spot pubblicitario andato in onda in televisione di una nota marca di patatine che per molti è sfacciatamente blasfemo. Le immagini ritraggono, in particolare, delle suore che, al posto dell’eucaristia, mangiano delle patatine, che hanno la forma simile all’ostia.
Un collegio, una scuola paritaria del varesotto, come riporta MilanoToday, ha ritirato i sacchetti delle patatine della marca incriminata dalle macchinette proprio in seguito alla diffusione dello spot. Lo ha deciso il Rettore della scuola, che ha anche affisso un foglio con scritto: “Sconcertati per la pubblicità offensiva e irrispettosa della nostra religione il Rettore ritiene opportuno interrompere la vendita di questi prodotti”.
“A volte servono anche questi piccoli gesti per dimostrare il nostro disappunto – ha scritto il sacerdote a capo della scuola -. Una pubblicità creata in triplice versione, la cui più blasfema gira proprio sui social (che sono continuamente osservati dai nostri ragazzi,) dove l’Eucarestia viene sostituita da una patatina, è inaccettabile e offensiva. L’accettazione silenziosa e il non prendere posizione di fronte a tale pubblicità irrispettosa e blasfema sarebbe un grave errore educativo. Mi aspetto un urgente presa di posizione da parte delle autorità competenti”.
Nel frattempo, come riporta Il Corriere della Sera, lo spot è finito nel mirino dell’Associazione italiana telespettatori (Aiart), che ne ha chiesto “l’immediata sospensione” perché “offende la sensibilità religiosa di milioni di cattolici praticanti oltre che oltraggioso nel banalizzare l’accostamento tra la patatina e la particola consacrata”.
Lorenzo Marini, che ha firmato la direzione creativa dello spot, ha spiegato ad Avvenire che lo spot è “solo” irriverente, come è la natura stessa della pubblicità
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