Ancora un caso relativo ad uno studente che spruzza spray al peperoncino in classe causando danni fisici a compagni e docenti. Stavolta ci troviamo in una scuola media di Milano: a venire intossicati nella mattinata di oggi, 15 novembre, poco dopo mezzogiorno, sono stati dieci alunni e due insegnanti. Lo riportano Il Corriere della Sera e Fanpage.it.
I dodici intossicati sono stati soccorsi e per nessuno di loro, per fortuna, è stato necessario il trasporto in ospedale. Le loro condizioni, infatti, sono state ritenute buone nonostante i lievi segni di intossicazione provocati dalla sostanza spruzzata in aria.
Pare che sia stato un alunno a usare lo spray al peperoncino all’interno della propria classe. I carabinieri arrivati sul posto ora dovranno fare chiarezza su quanto accaduto nella scuola. Le dodici persone che sono state assistite dal personale sanitario del 118 hanno riportato solo qualche bruciore agli occhi e alla gola destinato a scomparire senza troppa difficoltà. In particolare, si tratta di 10 studenti, di cui quattro femmine di 12 anni e una di 13 anni e di due maschi di 12 e 13 anni e uno di 14, e di due insegnanti: un uomo di 46 anni e una donna di 40 anni.
Solo due giorni fa un caso davvero molto simile, che ha avuto luogo, anche stavolta, nel milanese. Tutto è avvenuto all’interno di una scuola superiore di Sesto San Giovanni. Diversi i ragazzi intossicati, seppure in maniera lieve, dopo il gesto, tutti tra i 14 e i 17 anni. Come riferito dall’agenzia regionale emergenza urgenza, nessuno avrebbe riportato gravi sintomi se non prurito e bruciore agli occhi.
Sul posto sono accorse due ambulanze senza, però, che vi fosse necessità di trasportare feriti in ospedale. La polizia sta ricostruendo con precisione l’accaduto.
Non si tratta di episodi rari. Lo scorso maggio un insegnante e cinque studenti di Parma sono stati costretti ricorrere alle cure dei medici, in ospedale, per essere venuti a contatto con il peperoncino emesso attraverso lo spray spruzzato da almeno un allievo dell’istituto superiore dove si trovavano.
“Nella nostra scuola – ha detto il dirigente scolastico della scuola parmense alla Gazzetta di Parma – i problemi sono al biennio” iniziale, perché “da un po’ di anni i ragazzi di 14-15 anni sono ‘imbizzarriti’. Noi cerchiamo di tenerli dentro, includerli, perché abbiamo la consapevolezza che se li allontaniamo con sospensioni e bocciature, spesso l’alternativa è solo la strada”.
Il preside ritiene che “una possibile soluzione sarebbe avere classi meno numerose, con venti ragazzi anziché trenta. Prime con 30-32 alunni sono poco gestibili anche da parte di insegnanti bravissimi come quelli che abbiamo qui”.
Lo scorso settembre, poi, un edificio che ospita un istituto superiore del piacentino, come riporta Ansa, è stato evacuato dopo che 350 alunni si sono sentiti male in classe, accusando tosse e bruciore alle mucose.
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