E’ allerta internazionale sulla cosiddetta ‘droga dello stupro’, di cui sono state sequestrate di recente a Milano 57mila dosi. Un appellativo, confermato da tanti casi di cronaca, dovuto al fatto che si tratta di sostanze che possono avere effetti sedativi, ipnotici o dissociativi, ma soprattutto causano disinibizione sessuale e amnesia.
Le ‘droghe da stupro’ sono per definizione incolori, inodori e insapori, ecco perché sono definite ‘droghe furbe’, data la facilità con cui si possono occultare. Alcuni dei principi attivi sono sostanze considerate legali, per uso medico, e in molte nazioni sono venduti dietro stretta prescrizione medica. Sono spesso farmaci del gruppo delle benzodiazepine così come ketamina o Gbl, ma attualmente anche in Italia il più usato e pericoloso è l’acido gamma – idrossibutirrico o Ghb, utilizzato a volte nelle terapie di disintossicazione dall’alcol ed in casi di depressione.
L’allarme internazionale su queste sostanze ha portato all’organizzazione di un primo focus di studiosi e così l’École Universitaire Internationale, istituto accademico di formazione e ricerca in tema di pace e sicurezza, ha organizzato un convegno dal titolo “Droga dello stupro. Conoscere per prevenire e aiutare”.
L’allarme che riguarda questo sale sodico incolore e insapore nasce negli Usa, dove già dal 1999 l’acido idrossibutirrico è stato inserito nella lista delle droghe. Poche gocce nel bicchiere delle vittime designate inducono ad uno stato di euforia e di abbandono, senza lasciare nessun ricordo della violenza. E’ una sostanza relativamente semplice da reperire e la ricetta per fare in casa il Ghb, quattro atomi di carbonio facili da sintetizzare, si trova nei newsgroup su Internet.
E se sotto stretto controllo medico, quando usato per scopi terapeutici, le dosi di Ghb (circa 50 milligrammi) non provocano i sintomi denunciati nei casi di abuso, cioè euforia, amnesia e disinibizione sessuale, quantità superiori o l’assunzione insieme ad alcol o cannabis possano provocare effetti indesiderati anche gravi sino alla morte. (Adnkronos)
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