Il DLGS 66 del 2017, all’art. 7 e 9, ha impresso una svolta importante al processo di inclusione degli alunni con disabilità, prevedendo, per la prima volta dal punto di vista normativo, che il GLIS (ex GLHO), ai fini della redazione del PEI “ deve” essere composto anche dagli assistenti, in primis quelli all’autonomia e comunicazione.
Si tratta di una svolta decisiva, in quanto per la prima volta il legislatore investe di potere legale la partecipazione all’interno del GLIS o GLHO dei detti assistenti, non più chiamati a partecipare su gentile richiesta del Dirigente della scuola, ma investiti per legge dell’obbligo di partecipare, da cui scaturisce il conseguente dovere, (obbligo inderogabile), per il Dirigente di disporne la formale convocazione ai fini della redazione del PEI.
La FIRST ribadisce, ancora una volta, l’importanza decisiva di queste preziosissime figure professionali specializzate a fianco agli alunni con disabilità, senza la quale il processo di inclusione non avrebbe alcun senso. La FIRST, ricorda che, non a caso, il legislatore con la legge 104 del 1992, art.13, al fine di garantire il diritto allo studio, all’istruzione, all’integrazione, alla relazione e alla socializzazione dell’alunno con disabilità, fa espresso richiamo a due specifiche e fondamentali figure professionali: a) l’assistente all’autonomia e comunicazione; b) I docenti di sostegno.
Non può non tenersi conto di tale preciso richiamo normativo.
Purtroppo, la legge 104/1992, non ha previsto di pari passo l’adozione di una normativa secondaria che definisse specificatamente: a) il profilo professionale; le competenze, i percorsi formativi per acquisire la qualifica di assistente all’autonomia comunicazione; b) dall’altra parte ha “sciaguratamente” demandato in capo agli Enti locali l’erogazione di tale figura professionale.
La prima lacuna verrà colmata attraverso l’adozione di un decreto Ministeriale previsto dal Dlgs 66/2017, che dovrà definire il profilo professionale “unico” su tutto il territorio. La FIRST non vuole ripercorre qui le prassi che si sono diffuse nel territorio nazionale in capo ai tanti Enti territoriali che si sono fatti carico di regolamentare con atti interni la disciplina sia delle modalità di erogazione del servizio, sia la definizione delle varie figure professionali che, a nostro parere, devono essere altamente specializzate e adeguate ad ogni singola e specifica disabilità dell’alunno/a, per potere realizzare quel progetto di inclusione richiamato dalla legge 104/1992, oggi definitamente confermato dal DLGS 66/2017. Allo stesso tempo non può essere sottaciuto il regime giuridico e contrattuale degli assistenti all’autonomia e comunicazione.
E qui potremmo raccontare una storia che potremmo definire “paradossale”. Nella misura in cui, infatti, il MIUR, con un bando pubblico si accinge a internalizzare ben 11.263, addetti alle pulizie, all’interno del personale ATA, allo stesso tempo tiene chiusa la porta dell’ingresso a chi ogni giorno frequenta la scuola a volte persino con maggiori o pari ore degli stessi docenti.
Sia chiaro un aspetto: il processo di internalizzazione non può coinvolgere solo il MIUR, ma certamente riguarda anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il MEF, il Governo nel suo insieme. Siamo davanti, infatti, ad una gigantesca questione di lavoro che investe, secondo gli ultimi dati ISTAT, circa 50.000 assistenti all’autonomia e comunicazione; migliaia e migliaia di alunni che non potrebbero che trarne “ immenso beneficio” da un processo di stabilizzazione lavorativa del predetto personale all’interno del MIUR; beneficio che in ultima analisi goderebbero anche le scuole che avrebbero l’assoluta certezza, all’inizio di ogni anno, di avere a loro fianco stabilmente nell’organico tali elevate e specifiche competenze professionali.
NON esiste un solo impedimento che non sia quello della esclusiva volontà politica di procedere verso la stabilizzazione di queste preziose persone: NON esiste nessun impedimento di natura economica relativo ai maggiori costi per l’economia complessiva che un operazione di stabilizzazione di tale portata potrebbe comportare, in quanto, è assolutamente un dato oggettivo e incontestabile, che è vero esattamente il contrario! La stabilizzazione porterebbe certamente “minori costi”, in quanto per le modalità in cui è organizzato il servizio di erogazione, generalmente attraverso gare di appalto o sistema di accreditamento di cooperative, il costo per ora lavorato che l’ente pubblico corrisponde è molto maggiore rispetto al costo effettivo retributivo che spetta ad ogni singolo lavoratore.
La storia è nota: nel costo orario che l’Ente territoriale è tenuto a corrispondere di solito a cooperative, vi è compresa una quota monetaria “ non indifferente” che non arriva direttamente al lavoratore in busta paga, ma serve per remunerare le cooperative per il lavoro che svolgono di organizzazione di tale servizio. Si tratta di un surplus non indifferente per le casse degli Enti territoriali.
Maggiori costi e/o surplus che non si avrebbero con la stabilizzazione diretta nell’organico del miur e con il contratto scuola, in quanto il rapporto diretto eliminirebbe alla radice il cd. costo della mediazione e/o organizzazione sopra rappresentato.
Qui non stiamo parlando di poche risorse economiche risparmiate, ma di ingentissime risorse. Il risultato migliore invece che porterebbe la stabilizzazione è di una evidenza macroscopica e solare: a) minori e ingenti costi risparmiati complessivamente dagli enti territoriali e quindi dalla finanza pubblica generale; b) stabilizzazione definitiva di migliaia e migliaia di lavoratori qualificati e competenti che vivono costantemente una situazione e condizione personale di precarietà legata a diversi fattori; c) migliore ed effettivo processo di inclusione degli alunni con disabilità, in quanto ogni disservizio, ogni ritardo, ogni insufficienza nell’assegnazione di queste figure si scarica in modo drammatico sul processo di inclusione dell’alunno/a che ne ha bisogno e indirettamente sulla famiglia; d) certezza totale della presenza dell’assistente sin dal primo giorno di scuola e possibilità per le scuole di potere disporre nel proprio organico della loro presenza, con la possibilità di predisporre un migliore piano dell’inclusione dell’ Istituto e tutti gli altri atti collegati a garantire il diritto allo studio e all’istruzione dei detti alunni; e) Eliminazione, quasi totale, dei costi relativi al contenzioso giudiziario che ogni anno investe gli Enti territoriali.
Alla first non sembrano quelli citati aspetti di poco conto, tocca allora alla politica dire esattamente quello che vuole fare!
I dati che abbiamo sopra e sommariamente riportati, a nostro parere, non sono in alcun modo contestabili, anzi possono solo essere arricchiti di altri benefici che non stiamo considerando.
Per le dette ragioni, la FIRST, chiederà a gran voce in tutte le sedi governative e parlamentari possibili che la questione della stabilizzazione degli assistenti all’autonomia e comunicazione entri a fare parte dell’agenda del governo. La FIRST, pertanto, chiama a raccolta
Tutte le associazioni di famiglie che condividono la stabilizzazione degli assistenti all’autonomia e comunicazione all’interno del MIUR;
Tutte le associazioni di assistenti all’autonomia e comunicazione;
Tutte le forze sindacali;
Tutti i movimenti e partiti politici;
Tutta la società civile che condivide la detta analisi;
Tutte le associazioni che rappresentano la comunità scientifica che lavora con le persone con disabilità;
Ogni singola persona che condivide il contenuto di questo manifesto.
La FIRST auspica che sia ampio lo schieramento di forze che vogliono la stabilizzazione del detto personale, noi ci limiteremo a condividere unitariamente con tutti tale volontà, affinchè tutti insieme si possa vincere questa lotta di civiltà che unisce: persone con disabilità; famiglie; assistenti; mondo della scuola; mondo della rappresentanza del lavoro; mondo della sanità e della comunità scientifica; società civile.
Andiamo avanti con coraggio e determinazione!
FIRST
Federazione Italiana Rete Sostegno e Tutela Diritti delle persone con disabilità
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