Categorie: Politica scolastica

Stabilizzare tutti i precari delle GaE non è una sanatoria

Stabilizzare i docenti precari è una necessità, di cui tutti sentivano il bisogno. “Chi parla di sanatoria evidentemente non ha letto il testo, o si è distratto”. A dirlo è stato ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, il giorno dopo la presentazione delle linee guida di riforma della scuola italiane, al termine della sua audizione alla commissione Cultura del Parlamento Europeo.

A Bruxelles Giannini ha difeso, come previsto, la riforma della scuola. “Il nostro obiettivo è mettere la scuola italiana in grado di superare la fase della precarizzazione con l’avvio di una formazione continua a favore dei docenti, che si deve tradurre in una premialità anche economica”. Quanto alla polemica sulla copertura dei costi della riforma, Giannini taglia corto: “Questo è un governo coerente. In occasione della legge di stabilità, alle parole e alle idee seguiranno i fatti”.

Davanti alla commissione di competenza del Parlamento europeo, infine, il responsabile del Miur si è anche soffermato sulla necessità di puntare su “cooperazione”, per raggiungere l’obiettivo di una società più inclusiva, e “competizione” dell’Unione europea verso il resto del mondo: sono queste per Giannini “le parole chiave” della presidenza italiana dell’Ue per cultura, educazione e istruzione.

Resta ora da capire come sarà possibile attuare il complesso passaggio dell’assunzione di quasi 150mila precari. Detto del problema dei finanziamenti, non certo trascurabile, c’è da superare quello del vincolo di legge sulla disponibilità dei posti liberi: si potrà assumere, ad esempio, anche su posti non propriamente vacanti ma liberi sino al 30 giugno? Oppure su spezzoni consistenti? Derogare alle attuali norme renderebbe tutto più agevole: in caso contrario, il progetto del Governo franerebbe sul nascere.

Alessandro Giuliani

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