La scuola non è solo lavoro di organizzazione di eventi, celebrazione di ricorrenze, non c’è solo la preparazione di progetti extracurricolari, l’uscita didattica, c’è anche tanto lavoro didattico svolto nelle classi. Eppure tanti docenti si lamentano di non vedere valorizzato il lavoro didattico fatto con gli studenti in classe, mentre viene riconosciuto il lavoro fatto da alcuni docenti per i progetti e per l’organizzazione interna dei servizi. C’è chi vorrebbe, per i componenti dello staff di direzione, stipendi differenziati e riconoscimenti gerarchici definiti per legge, mentre c’è chi ritiene tutto questo molto ingiusto.
Il tentativo di introdurre nel nostro sistema scolastico il Middle Management è l’atto riformistico di legalizzare chi oggi pensa di avere conferiti, tramite delega dirigenziale, poteri di “gerarchia superiore” rispetto al resto dei lavoratori della scuola. Eppure questo modello di scuola ha alcuni estimatori, soprattutto vorrebbero l’introduzione del middle management coloro che già fanno parte degli staff di direzione.
Il modello di gerarchizzare il sistema scolastico autonomo, quindi creare i “quadri intermedi”, di differenziare gli stipendi tra docenti è un qualcosa che trova d’accordo alcune associazioni dei dirigenti scolastici, ma trova profondamente contrari buona parte dei sindacati.
La proposta del Middle Management, come abbiamo suddetto, nella scuola servirebbe anche per differenziare gli stipendi, aumentando cospicuamente lo stipendio per i docenti impegnati in ruoli di sistema e lasciando con stipendi più bassi tutti gli altri insegnanti.
Il lavoro didattico che molti insegnanti svolgono con i propri alunni in classe, preparandosi le lezioni e svolgendo le attività con particolare professionalità, non viene valorizzato da nessuno, facendo passare il messaggio che se fai solo il docente e ti impegni solamente nel lavoro in classe, non sei meritevole di avere aumenti stipendiali o di avere ruoli di sistema. Dedicarsi esclusivamente alle proprie classi è una scelta, molto spesso, di responsabilità didattica, anche perché fare bene il proprio lavoro porta via tanto tempo e non dà nemmeno la possibilità di occuparsi di altri compiti aggiunti.
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