Il saper fare è il motto del momento: lo sposa pure il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, che osanna gli stage e bacchetta i prof che si oppongono agli stage.
“Oggi che abbiamo introdotto l’alternanza scuola-lavoro – dichiara Poletti parlando a Bologna ad un convegno su giovani e lavoro – io debbo discutere ancora con persone che mi dicono ‘ministro tu ci porti via i nostri ragazzi e li mandi in un’impresa dove non imparano niente perché l’unico posto dove si impara è a scuola’. Se un Paese pensa che l’unico posto dove si impara è a scuola probabilmente non ha ancora capito bene cosa sta capitando”.
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Secondo il responsabile del dicastero del Lavoro, “in questo ‘mi porti via i miei allievi’ c’è dentro anche un tentativo di difendere se stessi, il proprio lavoro nella condizione data, mentre sappiamo che sul piano della formazione, della scuola, della didattica non c’è nulla che cambi così velocemente. E quindi – ha concluso – abbiamo un problema di una responsabilità che riguarda anche i docenti, per una parte bravissimi ma per altre parti chiusi”.
Ricordiamo che con la riforma Buona Scuola, la L. 107/15, le sovvenzioni nazionali per le esperienze di alternanza scuola-lavoro si incrementano fino 100 milioni di euro, che potrebbero far arrivare nelle scuole cifre vicine ai 50mila euro annui: inoltre, con il coinvolgimento dei licei e anche degli alunni iscritti al terzo anno di corso delle superiori, il numero di allievi coinvolti in questo genere di esperienze formative è destinato a raddoppiare.
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