La stampante 3D è un processo di fabbricazione additiva, che si differenzia dai processi di fabbricazione classica, sottrattiva: come nel processo di creazione del mobile, dove l’artigiano forgia il suo modello da un pezzo di legno, o il macchinista di fabbrica che crea il suo pezzo da una base di metallo più ampia.
Esattamente all’opposto di questi processi si posiziona la stampante 3D che funziona con l’aggiunta localizzata di materiale, con il solo obiettivo di creare la parte finale funzionale. In questo modo non si ha nessuna perdita di materia prima (ad esclusione del supporto). In concreto come funziona una stampante 3D?
Per fabbricare un pezzo fisico tridimensionale, tutti i dispositivi devono avere un piano di supporto sul quale verrà creato il pezzo e una testina, o ugello, di stampa che muovendosi sul piano incide la materia. La stampante, in questo modo, non fa altro che stampare su un unico piano, in più fasi, creando degli strati che costituiranno il volume del pezzo.
Le stampanti 3D costituiscono a tutti gli effetti la nuova frontiera dell’insegnamento, poiché la possibilità di realizzare modelli tridimensionali di oggetti pensati da studenti apre nuovi scenari dagli sviluppi straordinari. Oggi finalmente tutti hanno la possibilità di dare corpo alle proprie idee, trasformandole in oggetti reali.
La stampante 3D è uno degli strumenti che sta rivoluzionando il concetto di produzione grazie al basso impatto ambientale dei materiali ed alla produzione a km 0 abbattendo di fatto il vecchio concetto di produzione di massa. Alla scuola e alla società non servono bravi tecnici di stampanti 3D, ma ragazzi abituati ad avere un approccio di tipo “problem solving”.
E le stampanti 3D – così come la robotica, Arduino, e la filosofia maker in generale – è in grado di svilupparlo. Basta assistere ad una gara di robotica competitiva dove partecipano le scuole, per rendersi conto che quando la tecnologia è impiegata per rinforzare l’apprendimento delle normali discipline scolastiche i risultati sono sorprendenti. Soprattutto quando si supera il pregiudizio che questi strumenti servano soltanto agli istituti tecnici.
Tramite opportuni software è possibile iniziare a lavorare dalla scuola dell’infanzia e poi crescere fino alle superiori, definendo per ogni ordine e grado compiti adatti all’età de gli studenti.
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