Nelle buste paga degli statali saranno caricati arretrati che vanno dai 370 euro della classe retributiva più bassa ai 712 di quella più alta, per una media di 492 euro. È questo il risultato, annunciato venerdì 29 dicembre, dell’intesa raggiunta tra sindacati e ministero.
Il contratto, valido per 240mila dipendenti (in particolare i ministeri e le istituzioni centrali, per la scuola vi è un capitolo parte), copre infatti il triennio 2016-2018. È ora corsa contro il tempo per accelerare e far arrivare questa una-tantum nello stipendio di febbraio. Da marzo, poi, scattano gli 85 euro (in media) dell’aumento a regime.
L’Aran ha intanto bruciato le tappe e spedirà al governo la relazione tecnica all’ipotesi di intesa, firmata il 23 notte. Poi tocca all’esecutivo, attraverso il vaglio della Ragioneria generale, dare il via libera, verificando la conformità dell’accordo all’atto di indirizzo e alla finanziaria.
Per i primi di gennaio il parere atteso dovrebbe essere pronto e questo permetterebbe all’Aran di girare la pratica alla Corte dei Conti. Si punta a chiudere tutto intorno al 20 del mese, dando così il tempo al Tesoro di preparare i cedolini di febbraio.
Altrimenti scalerà tutto a marzo. In quel caso la busta paga rinforzata presenterà oltre all’una tantum degli arretrati, il primo scatto contrattuale e il bonus per le fasce retributive basse.
A quanto maturato in precedenza si aggiungono, infatti, le voci che decorrono da marzo stesso. L’aumento cumulato lordo, inglobando tutto, andrà dai 454 euro agli 829, a seconda della posizione economica ricoperta, con una media intorno ai 577 euro.
Quanto a date, c’è da segnale che il nuovo contratto fissa precise finestre temporali, per il pagamento di stipendi, dal 20 alla fine del mese, e tredicesime, dal 15 al 21 dicembre. Un modo per fare ordine.
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