La voce che sta circolando da qualche ora è di quelle che potrebbero mettere in discussione il regolare avvio dell’anno scolastico.
Sembra che al MEF si stia lavorando per prolungare di altri due anni il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici che – in base alle norme attualmente in vigore – non potranno comunque aumentare prima del gennaio 2015.
Dentro il Governo si stanno però scontrando due diverse linee di pensiero: c’è chi ritiene che l’idea della Ragioneria Generale dello Stato sia l’unica possibile, se davvero si vuole contenere il debito pubblico (secondo stime e calcoli ufficiali e non sembra che il blocco degli stipendi abbia consentito in questi anni di risparmiare una somma molto vicina ai 12 miliardi di euro).
Ma c’è anche chi la pensa in modo diametralmente opposto: un ulteriore blocco degli stipendi determinerebbe una inevitabile contrazione dei consumi con la conseguenza di rendere sempre più difficile l’uscita dalla crisi economica che attanaglia il nostro Paese e gran parte dell’Europa.
Per il momento non si segnalano prese di posizione delle organizzazioni sindacali, ma solo perché siamo nella pausa post-ferragosto. C’è però da credere che nel giro di un paio di giorni il “caso” esploderà in tutta la sua gravità, soprattutto nel comparto scuola i cui dipendenti – in questi anni – sono stati certamente i più penalizzati dalle politiche di contenimento della spesa pubblica.