Intervenuto agli Stati generali della scuola. organizzati da Fratelli d’Italia, il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi è tornato sui temi attuali, alcuni toccati anche nell’audizione al Senato del 25 maggio:
“Il lavoro per il Paese parte dalle scuole. Dobbiamo innalzare tutto il livello del sistema educativo nazionale, comprendendo le scuole statali, paritarie, le Iefp delle regioni. Punto fondamentale è lavorare sulla sicurezza – spiega Bianchi – gli incidenti più gravi non sono stati sull’alternanza scuola-lavoro ma sulle Iefp. Abbiamo fatto una scelta, la scuola è aperta a tutti, inclusiva e affettuosa. Si declina e si declinerà in una varietà di interventi. Forte elemento gli Its sul quale concentrare la riforma”.
“L’orientamento altra riforma fondamentale, non è marketing ma accompagnare i ragazzi, formare le persone che svolgono questa funzione all’interno delle scuole, non solo bravi docenti, ma gente che sappia gestire la scuola. Chiunque vive nella scuola lo sa, ci sono casi splendidi di innovazione ma serve consapevolezza collettiva, frutto dell’autonomia. Percorsi diversi che si realizzano con la convergenza interna in situazioni territoriali diversi. Esperienze in un contesto diventano di tutti. Abbiamo firmato il Patto di comunità a Napoli, partiamo da lì. Sulla dispersione scolastica ci sono i dati nazionali che spesso confondono, situazioni disomogenee all’interno dello stesso territorio. Le scuole sono il presidio di legalità e ricomposizione sociale. Ho massimo rispetto per il Parlamento. Il percorso per gli Its dev’essere parlamentare”.
“Reclutamento è una parola che non mi piace, preferisco assunzione – afferma il Ministro – formazione è il cardine. I nostri bambini non devono essere dominati dal digitale. Il Pnrr è il risultato di un confronto molto duro con l’Europa, ci siamo presi alcuni impegni molto importanti. Intanto le assunzioni, ci siamo impegnati a farne 70mila entro il 2024. Sul transitorio sono disposto a ragionarci su, dico basta al rendere tutto il sistema eternamente precario. I nostri insegnanti sappiano cos’è il percorso. Stiamo uscendo dalla pandemia, ma dobbiamo uscire da un’altra pandemia, quella di un territorio cresciuto frammentandosi. Stiamo lavorando perché ognuno abbia un proprio percorso di vita”.
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