Dopo avere commentato positivamente il ritorno scuola di commissari e presidenti della maturità 2020, chiamati a raccolta in occasione della riunione plenaria che anticipa di due giorni il colloquio dei primi maturandi, la ministra dell’Istruzione si è recata Villa Pamphili, a Roma, dove sono in corsi gli Stati Generali sull’economia, voluti dal premier Giuseppe Conte per definire al meglio la fase di ripresa del Paese dopo il lockdown dovuto al Covid-19, e nella giornata del 15 giugno anche un incontro con i sindacati.
Lucia Azzolina ha detto che “dobbiamo imparare dall’emergenza e saper progettare: non serve un’altra riforma della scuola, ma le criticità di questo periodo ci dicono su cosa dobbiamo investire”. Una puntualizzazione che sembra dare linfa all’impegno preso solo poche ore prima del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri sul tema degli investimenti per scuola, ricerca e innovazione necessariamente da innalzare.
La ministra, che ha fatto intendere l’intenzione di attuare delle modifiche strutturali all’organizzazione scolastica a prescindere dai rischi del contagio dal virus, ha detto che sarà inevitabile prevedere la “riduzione del numero degli alunni per classe: servirà anche a combattere la piaga della dispersione scolastica. Poi sull’innovazione didattica, sfruttando le potenzialità del digitale, non a distanza ma in classe”.
La numero uno del MI si è quindi detta “d’accordo con Landini (leader della Cgil ndr) sulla formazione del personale: credo debba essere strutturale e obbligatoria. Serve personale preparato, formato e, di conseguenza, anche più pagato. Dobbiamo rilanciare la mobilità europea degli studenti anche nella scuola secondaria”.
Per la ministra, inoltre, bisogna “valorizzare l’istruzione tecnica e professionale, che non è di serie B e gli Istituti tecnici superiori post-diploma. Sono interventi profondi. Non banali. Serviranno tempo e pazienza per vedere i risultati, ma sono obiettivi comuni e del tutto raggiungibili, con la collaborazione di tutti”, ha concluso Azzolina.
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