Si è tenuta questa mattina, 14 maggio, al Foyer dell’Auditorium della Conciliazione Roma, la prima edizione degli Stati Generali della Natalità.
Il 2020 ha visto l’ennesima riduzione delle nascite in Italia e i dati Istat registrano come negli ultimi 12 anni si è passati da un picco relativo di 577mila nati agli attuali 404mila, il 30% in meno.
L’inverno demografico è stato ancor più appesantito dalla crisi pandemica che ha prodotto c gravi ripercussioni sull’equilibrio delle generazioni e sul welfare italiano.
Papa Francesco ed il presidente del Consiglio Mario Draghi hanno aperto – in presenza – il meeting, al quale sono intervenuti la Ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il Sindaco di Roma, Virginia Raggi.
Durante l’intervento di Papa Francesco, viene chiamata in causa anche la scuola, infatti, il Papa ha dichiarato: “la scuola non può essere una fabbrica di nozioni da riversare sugli individui, ma tempo privilegiato per l’incontro e la crescita umana”.
A scuola, insomma, non solo “i voti”, ma “i volti” a far maturare, perché “per i giovani è essenziale venire a contatto con modelli alti, che formino i cuori oltre che le menti. È triste vedere modelli a cui importa solo apparire, sempre belli, giovani e in forma.”
“I giovani non crescono grazie ai fuochi d’artificio dell’apparenza, maturano se attratti da chi ha il coraggio di inseguire sogni grandi, di sacrificarsi per gli altri, di fare del bene al mondo in cui viviamo. E mantenersi giovani non viene dal farsi selfie e ritocchi, ma dal potersi specchiare un giorno negli occhi dei propri figli”.
E conclude: “a volte, infatti, passa il messaggio che realizzarsi significhi fare soldi e successo, mentre i figli sembrano quasi un diversivo, che non deve ostacolare le proprie aspirazioni personali. Questa mentalità è una cancrena per la società e rende insostenibile il futuro”.
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