Anche l’ultima università gratuita degli Stati Uniti diventa a pagamento: la Cooper Union di New York – l’ateneo nato per istruire le famiglie della classe operaia – ha annunciato che per la prima volta in 150 anni farà pagare ai suoi studenti una retta di 20 mila dollari l’anno. La decisione, che tra proteste e dibattiti si trascina da quasi due anni, è stata presa – come riporta il quotidiano New York Times – a causa dei problemi finanziari dell’ateneo, che ha un deficit di 12 milioni di dollari l’anno. A partire dall’autunno del 2014, gli studenti che hanno la possibilità economica dovranno sborsare una retta annuale di 20 mila dollari, un importo comunque molto più basso rispetto agli altri college americani. Solo gli alunni in “stato di bisogno”, non pagheranno nulla. “E’ giunto il momento di intraprendere un percorso che permetta all’istituto di sopravvivere in futuro”, ha spiegato Mark Epstein, presidente del consiglio di amministrazione dell’ateneo dell’East Village. “La nuova politica permetterà a Cooper Union di continuare a rispettare la volontà del fondatore, ossia dare una formazione di qualità a chi non può permetterselo”, ha aggiunto Epstein. L’università è stata creata dall’imprenditore Peter Cooper nel 1859 con l’obiettivo di istruire la classe operaia di New York in modo completamente gratuito. E insieme alle accademie militari, era l’ultimo college statunitense che non faceva pagare tasse scolastiche: ufficialmente il costo della Cooper Union è di 38.500 dollari l’anno, ma in realtà tutti gli studenti – selezionati grazie ad un severo test d’ingresso – sino ad ora hanno usufruito di una borsa di studio per coprire la retta. La decisione dell’ateneo inizialmente era prevista per lo scorso dicembre, ma è stata rimandata nella speranza di riuscire a trovare finanziamenti per assorbire il deficit senza far pagare le tasse. L’annuncio è stato accolto con rabbia e delusione da molti studenti. “Questo edificio, queste colonne, hanno per 150 anni custodito un sogno – ha detto Mauricio Higuera, studente di Arte al quarto anno – il sogno di un’istruzione gratuita per tutti”. “Prendiamoci per mano – ha aggiunto – e ‘abbracciamo’ questa scuola, perché oggi ne ha bisogno”.
Le contestazioni si sono tradotte presto in proteste di piazza: un gruppo di circa 200 giovani si sono radunati davanti alla Sala Grande dell’università. Ce la faranno a far tornare i responsabili dell’ateneo sui loro passi per tornare alle origini?