Il segretario di stato americano all’Istruzione non ha dubbi: la scuola è l’unico luogo al mondo in cui si discuta ancora dell’utilità delle nuove tecnologie, l’unica azienda in cui si investano milioni per l’acquisto di sale multimediali e laboratori informatici dell’ultima generazione che restano inutilizzati o sfruttati al minimo delle loro potenzialità. La scuola – continua il segretario – è ancora organizzata secondo vecchi modelli che non tengono conto del fatto che oggi viviamo nell’era digitale. Per restituire vigore e concretezza all’uso scolastico quotidiano del computer, e non solo, il ministro lancia un piano ambizioso, già a partire dalla sua denominazione: "Verso una nuova età dell’oro per l’istruzione americana".
Il piano del ministro prevede importanti investimenti non soltanto per il riammodernamento delle attrezzature, ma soprattutto per la formazione del personale e per lo sviluppo dell’insegnamento a distanza, già abbastanza diffuso in ambito universitario. Auspica, inoltre, che gli istituti si orientino verso le edizioni digitali dei manuali scolastici, piuttosto che sui libri classici.
Obiettivi principali, assicurare a medio termine competitività al Paese e lottare contro la crisi del sistema scolastico, evitando uno scollamento troppo evidente tra scuola e vita reale. Più del 60% dei bambini tra i sei e i dieci anni, infatti, usa regolarmente a casa il computer per fare compiti e ricerche e può contare su una connessione internet. Tra gli adolescenti, questa percentuale arriva quasi al 100%.
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