Giro di boa per il disegno di legge concernente lo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica (IRC). Il Senato ha approvato il testo di legge che prevede l’introduzione del rapporto a tempo indeterminato per i docenti di questa disciplina, condannati, fino ad ora, ad una situazione di precariato perenne. Il dispositivo prevede l’indizione di un concorso riservato ai precari che abbiano prestato servizio nell’insegnamento della religione cattolica per almeno 4 anni e per un orario settimanale non inferiore a 12 ore esplicato anche in ordini e gradi scolastici diversi e che siano in servizio nell’anno scolastico in corso alla data di entrata in vigore della legge. Al predetto concorso potrà partecipare anche il personale docente che abbia prestato effettivo servizio per altro insegnamento nelle scuole statali per almeno quattro anni scolastici e che sia in servizio nell’anno scolastico in corso.
Forti limitazioni sono invece previste per coloro che non possiedono il requisito di servizio dei 4 anni: dovranno aspettare il prossimo concorso e, comunque, per essere ammessi, dovranno essere in grado di vantare il possesso di una laurea statale, oltre ad uno dei titoli previsti dalle intese Stato-Chiesa per l’ammissione all’insegnamento della religione.
Un inasprimento che rischia di vanificare i vantaggi della riforma per le generazioni future e che, alla lunga, finirà per rafforzare il potere dei vescovi.
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