Si stanno facendo enormi passi avanti sul filone tecnologico delle auto autonome, grazie anche all’azienda Vislab di Parma che da anni si occupa di questi sviluppi.
Ne hanno parlato Rita Cucchiara, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e Alberto Broggi, amministratore delegato dell’azienda VisLab di Parma, nell’evento ‘The Next Big Things – Le prossime grandi rivoluzioni di internet’, organizzato dall’Istituto di Informatica e Telematica del Iit-Cnr e agenzia ANSA nell’ambito dell’Internet Festival.
In sostanza scendendo nel tecnico si utilizzano simulatori e chip ereditati dalla tecnologia utilizzata nei videogiochi, meccanismi che di fatto si muovono come istruttori di guida per le auto autonome.
Per Cucchiara “L’Italia ha il più grandi data set di persone che camminano per strada, messo a punto utilizzando la tecnologia dei videogiochi“(fonte Ansa).
Simulatori del genere sono pensati per addestrare le auto a guida autonoma a muoversi nelle strade dei centri abitati senza rischi per gli esseri umani, proprio come si stanno sperimentando simulatori di ambienti interni per addestrare i futuri robot domestici a muoversi all’interno delle case.
I chip sono sviluppati a Parma, dove da alcuni anni si sta sperimentando una flotta di decine di auto a guida autonoma nelle strade della città
VisLab prima azienda italiana nel settore per lo sviluppo di tecnologia innovativa a livello internazionale ha iniziato la sperimentazione di veicoli a guida autonoma nel 2017 nel Quartiere “Parma Mia”, dove le auto furono per la prima volta testate fuori dall’area del Campus Universitario.
Da allora sono stati compiuti diversi passi in avanti: sono stati infatti migliorati i modelli di auto a guida autonoma tanto che la stessa VisLab ha ricevuto l’autorizzazione formale a circolare su strada dal Ministero delle Infrastrutture e le auto sono testate da anni in collaborazione con l’Università di Parma ed in particolare con il Professor Broggi. Oggi VisLab fa parte del gruppo americano Ambarella fornendo la tecnologia anche in territorio Californiano.
Come in ogni lezione di guida che si rispetti, a bordo del veicolo c’è sempre un ricercatore-istruttore. “Stiamo lavorando su un processore specializzato per la guida autonoma e adesso lo stiamo sperimentando sulla flotta dei veicoli autonomi a Parma“. Tecnologie come queste, ha detto Broggi, sono solo le più recenti fra quelle che stanno contribuendo ad avvicinare il momento in cui le auto a guida autonoma potranno essere una realtà:
Manca ormai veramente l’ultimo passo per poter arrivare alla conclusione di questo percorso e di vedere queste macchine su strada.
Ovviamente andranno valutati bene tanti aspetti extra tecnologici, legali etici e di processo ma questo è un altro film.
Il Codice della Strada italiano, infatti, non contempla la guida autonoma e necessita di un aggiornamento per recepire le nuove tecnologie. Se il futuro contempla auto che si guidano da sole perché le persone dovrebbero continuare ad imparare guidare? È un dubbio che potrebbe sorgere spontaneo.
La General Motors sta sperimentando ad esempio un processore di bordo in grado di indicare le azioni da far compiere al conducente. Quando saranno portate a termine, l’auto andrà a confrontare le azioni dell’essere umano con quelle che il suo algoritmo avrebbe fatto. Si genererebbe un punteggio sulla base di quanto le prestazioni del pilota corrispondano alle specifiche dell’auto. L’auto potrebbe anche “consentire selettivamente” all’apprendista di controllare tutte le funzionalità di guida che ritiene appropriate, dover averne valutato le prestazioni. (fonte Sicurauto) Se l’azione compiuta dalla persona avrà come esito una collisione Il veicolo prenderà nota e determinerà che questo allievo ha bisogno di aiuto. Prontamente andrà a disabilitare l’acceleratore mentre il suo computer prenderà il sopravvento.
Vedremo cosa succederà nei prossimi anni!
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