La scrittrice siciliana Stefania Auci, autrice della saga “I Leoni di Sicilia“, che tratta la storia della dinastia della famiglia Florio, è stata intervistata ai microfoni de La Repubblica a cui ha parlato di scuola, vista anche la sua attività come docente di sostegno in un istituto di Palermo.
La scrittrice ha raccontato di dover sopportare il caldo in queste settimane di rientro a scuola: “Usiamo da anni i cartoni alle finestre – racconta –. Peccato che per ripararci dal sole, rinunciamo alla luce, perché non abbiamo tende ignifughe”, ha svelato.
“Le scuole continuano a essere inadeguate ad affrontare il riscaldamento climatico. Le difficoltà a lavorare in queste condizioni sono molteplici. Ogni giorno facciamo fronte a un’edilizia scolastica che mostra l’osso. E fare lezione in queste condizioni non significa solo soffrire il caldo, ma anche studiare costantemente come tenere alta l’attenzione dei ragazzi. Che sono stanchi di una scuola che non rispetta il loro diritto allo studio”, ha aggiunto.
Il Cnddu ha aperto il dibattito qualche settimana fa, proponendo il rientro scuola a ottobre per il caldo. Da qui uno stuolo di detrattori e favorevoli, per le ragioni più disparate. Con un successivo comunicato poi il Coordinamento si è concentrato sulla localizzazione dei condizionatori nelle scuole italiane: “Al momento dovrebbero essere presenti circa 16.000 sistemi di areazione/climatizzazione. Nella quasi totalità dei casi, da quello che ci risulta dalle ripetute segnalazioni, la loro collocazione preferibilmente è situata negli uffici amministrativi e dirigenziali”, scrivono.
“Se negli uffici amministrativi e dirigenziali sono previsti sistemi di climatizzazione, come è giusto che sia, troviamo altrettanto opportuno che tali dotazioni siano presenti specialmente nelle aule con esposizioni dirette ai raggi solari. In alternativa basterebbe schermare le vetrate con materiale isolante in modo da abbassare la temperatura nelle classi”; questa la loro richiesta.
Poi Auci ha parlato di concorsi e reclutamento dei docenti: “Assistiamo a pratiche madornali per il reclutamento dei docenti e intanto si allunga anche il divario generazionale tra docenti e studenti. Per trattenere i ragazzi nelle scuole, oberati da pratiche burocratiche e da condizioni di precariato a ogni livello dell’istituzione scolastica, dovremmo trasformarci in animatori turistici, o qualcos’altro, per trattenere i ragazzi a scuola. Noi abbiamo un processo di formazione e di specializzazione che è tra i più compressi e farraginosi di Europa, ma siamo quelli meno pagati, salvo che dobbiamo sentirci dire che dobbiamo mantenerci i ragazzi nelle scuole. C’è un grande disincanto da parte dei ragazzi oggi, noi invece avevamo una trepidazione ingenua”.
“Fare l’insegnante di sostegno è sempre stato un trampolino per aspirare alle cattedre. Invece è un lavoro che richiede competenze elevatissime”, ha concluso.
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