Stefania Giannini, il “ministro ombra”

La misura di questa affermazione sta nel fatto che è ormai chiaro a tutti che la Ministra Giannini riscaldi la poltrona del dicastero dell’istruzione e che il vero titolare sembri ormai essere Davide Faraone.

Lei si limita ad annunciare il più delle volte ovvietà o provvedimenti malfatti, lui invece gira come una trottola l’Italia per cercare di rimediare.

Si perché una cosa va detta, per onestà intellettuale, il responsabile istituzionale e politico di un ministero non può che essere il ministro che lo guida.

È vero che il Governo a “propulsione” PD sembra in molti casi avere dettato le linee decisionali ma è chiaro anche che la miscellanea di forze politiche che compongono l’esecutivo fa si che i provvedimenti siano comunque frutto di sintesi.
A questo punto ci chiediamo, quando Renzi si accorgerà che questa sintesi sta soltanto determinando l’implosione del PD ed il suo scollamento dal mondo della scuola?.

Elettoralmente le amministrative scorse hanno dimostrato che il governo meticcio non vince ove coalizzato e riesce a salvare alcuni suoi pezzi ove concorra separatamente.

Ma tornando alla scuola necessita ricordare che subito dopo l’approvazione della legge 107/15 non avevamo fatto segreto del fatto che il testo della legge, se pur non perfetto, aveva dei caratteri a nostro avviso innovativi e degli aspetti migliorativi di alcune fattispecie per le quali ormai da anni, nel farraginoso mondo scuola, ci si aggrovigliava senza venirne a capo. Quello che ci sembra essere stato l’appuntamento fallito sta proprio nell’attuazione delle varie sezioni della legge.

Dalla valutazione dei docenti, ai superpoteri dei Presidi passando per il potenziamento dell’offerta formativa, fino a giungere al piano straordinario di mobilità ed i suoi algoritmi, tutto ha mostrato enormi falle che a volte sono scaturite anche in palesi contrasti con la medesima legge 107/15.

L’attuazione, quindi, di una norma complessa necessita di continui aggiustamenti ed in tutto questo ci saremmo aspettati che la Giannini Ministro, col suo staff da Ministro, le risorse da Ministro girasse in prima persona l’Italia per verificare gli effetti attuativi della “sua” legge.

Invece, precari, docenti di ruolo, Dirigenti Scolastici, personale ATA, genitori, dipendenti degli USP ed USR, sindacati etc.. ruotano attorno alla figura del Sottosegretario Faraone ritenendolo di fatto l’unico impegnato istituzionalmente e capace politicamente di porsi come interlocutore.

Molti conoscono Marco Campione, piuttosto che Giacomo Tizzanini o Valentina Falletta (tutti uomini e donne dello staff di Faraone) ma chi conosce i nomi di coloro che lavorano per e con la Ministra Guiannini? Con questo non vogliamo dire che a Ministro ombra corrisponda staff ombra ma che il mondo della scuola ha bisogno di dialogare costantemente con chi si è assunto l’onere di governarlo.

Da docente appartenente al PD ritengo che pur in presenza delle numerose criticità suddette e prescindendo dall’area del Partito Democratico in cui mi colloco e mi rivedo, sia necessaria una presa di coscienza da parte degli organi competenti del PD al fine di condurre la “Buona Scuola” a quell’idea originale di revisione degli atti demolitori portati avanti dal Ministro Gelmini che hanno determinato uno strappo importante tra il mondo della scuola ed i suoi organismi governativi. Non possiamo concludere una legislatura ed essere ricordati come quel governo che ha immesso in ruolo 80.000 docenti e che ha avuto in questi i suoi maggiori oppositori. Per fare tutto questo necessita una volontà politica unilaterale che aggreghi senza scendere a compromessi ed un Ministro che sappia interpretare questo mandato.

I lettori ci scrivono

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