Categorie: Politica scolastica

Stefania Giannini: l’entusiasmo dei prof si è spento

“Perché la cultura è amore”, ha detto la ministra rivolgendosi ai giovani lucchesi. “Una nazione giusta è quella che dà l’occasione a tutti i suoi cittadini di poter contribuire a migliorare la società e tutto ciò si può realizzare solo partendo da condizioni paritetiche in cui tutti siano in grado di spendere il proprio talento in modo di poterlo valorizzare al meglio”.
La cultura andrebbe intesa come attitudine al sapere: “Lo studio non è un vostro dovere, ma un vostro diritto. Il diritto a una base di conoscenza diffusa e più completa possibile e lo Stato può garantirlo tramite un sistema di istruzione adeguato”.
Secondo Giannini, riporta Lo Schermo.it, non è necessaria “una Harvard in ogni città, anche se le scuole di alta formazione non devono mancare”, bisognerebbe semmai prendere esempio da paesi come la Germania, che punta molto sulla formazione professionale. Gli studenti insomma devono avere una preparazione anche pratica, oltre che teorica al mondo.
“Uno dei problemi della scuola è che l’entusiasmo di molti insegnanti si è spento da tempo – ha spiegato la ministra -, perché gli stipendi sono bassi e parziali al di là della qualità del lavoro. E questa è una criticità diffusa: in Italia si può fare carriera solo invecchiando, non c’è altro modo per migliorare il proprio curriculum”.
La scuola che immagina la Giannini si basa invece – da tutti i punti di vista – sulla valutazione dei singoli risultati e la premiazione di questi ultimi sulla base delle attitudini dimostrate. E’ come se il paese fosse uno strumento musicale da accordare per fargli produrre della buona musica.
Per questo, nonostante “sia una decisione di Renzi”, lei non crede che la politica del governo andrà verso un taglio all’istruzione. “Mi stupirei se succedesse perché i segnali fino a questo momento vanno nella direzione giusta. Per questo sono felice di essere uno dei primi ministri che, dopo anni, non inizia il suo mandato piangendo perché il suo Ministero non gode di abbastanza attenzione o peso nell’azione di governo”.
E sulle scuole pubbliche e private la Giannini chiosa: “In Italia tutte le scuole sono pubbliche, anche se si differenziano fra statali e non statali perché ‘pubblico’ vuol dire ‘pro populo’ e ognuno di questi due settori fornisce ciò che serve alla comunità, fra cui la facoltà di scegliere che tipo di istruzione intraprendere”.
“Credo che il nostro popolo ha dato molto nella storia all’umanità ed è per questo che la sua lingua è amata. Se da un punto di vista della parlata l’italiano si attesta infatti al diciannovesimo posto, bisogna anche specificare che il dato sarà certamente in crescita nei prossimi anni, visto che attualmente è la quarta lingua più studiata del pianeta”.

Pasquale Almirante

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