Questo è un momento particolarmente importante per la scuola italiana, dove le strategie politico-sindacali incominciano a fare le prime mosse sulla scacchiera delle riforme. La mossa più importante viene fatta dalla Flc Cgil, che adotta in pieno la legge d’iniziativa popolare sulla scuola e allo stesso tempo dice no alla riforma della Buona Scuola di Renzi.
Un segnale forte e chiaro, quello mandato al governo dalla Flc Cgil. Infatti, per il sindacato di Mimmo Pantaleo, la riforma sulla scuola proposta dal governo Renzi dimostra di essere molta ambigua e rischia di generare una deriva autarchica all’interno delle scuole, a causa del eccessivo e non equilibrato rafforzamento dei poteri del dirigente scolastico.
Inoltre il mondo sindacale ha manifestato più volte la mancanza totale delle giuste relazioni sindacali su temi di natura prettamente contrattuale, definendo la riforma, sul piano del metodo, priva di ogni confronto con le rappresentanze di comparto, e quindi per questo non condivisibile. Una riforma quella della scuola molto delicata che, per i cambiamenti radicali sulla vita professionale degli insegnanti, sarebbe dovuta essere discussa e concertata con i sindacati. Invece si tratta di un’iniziativa calata dall’alto e per questo non può essere condivisa dal mondo sindacale, che invece ritiene di supportare l’iniziativa di riforma popolare che ha contribuito a formare.
Colpisce, e non poco, il silenzio del ministro dell’istruzione Stefania Giannini che di riforma parla poco o per nulla, tanto che viene da porsi una domanda: “Ma Stefania Giannini è un Ministro senza Ministero?”. Le interviste sulla riforma della scuola sono rilasciate da un semplice sottosegretario al Miur, che ogni giorno rilascia dichiarazioni su alcuni punti dirimenti della stessa riforma. Questo sottosegretario si chiama Davide Faraone, amico e molto vicino politicamente a Renzi. Il silenzio della Stefania Giannini e il parlare di Davide Faraone hanno un significato politico o sono solo una casualità? Attendiamo di sentire il ministro Giannini intervenire sui punti cardine della riforma, e ci piacerebbe sentire il responsabile del Miur, anche commentare la scelta fatta dalla Flc Cgil di adottare la legge di iniziativa popolare sulla scuola. Certo è che il sottosegretario Faraone ha oscurato molto il ruolo del ministro Giannini che non è più la “prima donna” di viale Trastevere, ma condivide il ministero con un super sottosegretario che sembra essere lui il ministro dell’Istruzione della Repubblica italiana. Come stanno davvero le cose? L’Italia e la scuola lo vogliono sapere.
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