Stiamo allevando una generazione di studenti senza memoria e senza identità. Un tempo si esercitava molto la memoria e anche il senso critico; oggi invece, non si accompagna più la memoria, né tantomeno il senso critico. Un popolo senza memoria è un popolo destinato a restare “piccolo”.
Nella scuola di ieri agli studenti i maestri e i professori facevano imparare le poesie dei grandi della Letteratura italiana per esercitare la memoria. Oggi, invece, abbiamo studenti senza “memoria”, o meglio con una memoria “corta” oppure “usa e getta”. Bisogna ritornare a far capire agli studenti che sviluppare la memoria è importante, ma questo non va confuso con il ripetere “pappagallescamente” quello che si studia. Perché succede?
Perché lo studente di oggi non ha più il senso critico. Impara ingurgitando tutto senza capire la differenza tra le cose che ha appreso. Insomma tornare a far critica vuol dire abituare gli studenti a ricercare la propria identità di cittadini italiani attraverso la conoscenza. Un popolo senza memoria è un popolo senz’anima destinato a crescere solo nella barbarie, quella stessa barbarie culturale in cui siamo immersi.
Mario Bocola
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