“Sono stati assunti impegni molto precisi da parte del governo. Ad aprile di un anno fa è partito il piano di finanziamento dell’edilizia con impegni che stanno scorrendo nell’agenda di governo con grande regolarità. Programmiamo e finanziamo tutto quello che è stato previsto in modo tale da mettere in sicurezza i 42 mila edifici scolastici italiani”.
E se le scuole crollano, dice Giannini: “Il governo sta mantenendo i suoi impegni. Per quel che riguarda Ostuni, ci siamo attivati immediatamente perché è nostro compito essere al fianco di bambini, genitori, insegnanti. dirigenti, ma bisogna anche ricordare che non ci troviamo di fronte ad un caso di mancati lavori o di trascuratezza come è accaduto in passato quando non siamo riusciti ad arrivare in tempo”.
“ Ci troviamo di fronte ad un cantiere che si è chiuso a dicembre. Come il governo si assume le sue responsabilità altrettanto devono fare gli enti locali competenti in questa vicenda. So che l’amministrazione ha attivato un’indagine, ed è chiaro che è fondamentale capire che cosa è successo davvero. Noi saremo lì con il sottosegretario Faraone e daremo il nostro sostegno ma se l’edificio ha avuto una ristrutturazione anomala o dei lavori o un collaudo non perfetti, il principio di responsabilità vale per tutti. E chi è responsabile dovrà pagare”.
Per quanto riguarda invece la somma di un solo miliardo finora sbloccato, Giannini dichiara: “Se si sommano tutti gli interventi previsti si arriva esattamente alla cifra di 3,7 miliardi. È chiaro che si tratta di finanziamenti che sono spalmati dal 2014 al 2017 ma la cifra c’è tutta se si prendono in considerazione i fondi stanziati per gli interventi per le Scuole Belle, quelli per le Scuole Sicure e quelli per le Scuole Nuove, i mutui agevolati concessi dalla Bei, i fondi Pon e quelli previsti nel ddl della Buona Scuola”
“Mi era arrivato infatti un campanello d’allarme” sulla scomparsa di fondi destinati alla scuola e “ho voluto controllare. Credo che qualcuno abbia fatto confusione tra le bozze che ha portato alla scomparsa di un fondo che è nell’esercizio di bilancio del Ministero delle Infrastrutture e che comunque è già stato utilizzato nel 2010 e nel 2012, non è un finanziamento che compete a questo governo”.
“Dopo 18 anni di silenzio il 22 aprile anche se ancora sei regioni sono in ritardo nella consegna dei dati”, diremo “in che condizioni sono le nostre scuole”, mentre “stiamo affrontando dossier silenti da anni, stiamo facendo un lavoro che è davvero straordinario recuperando una serie di temi che finora non hanno funzionato per vari motivi. Il lavoro di squadra e l’integrazione delle nostre competenze sono assolutamente necessari”
In passato, dichiara la ministra, non ha funzionato “scegliere e decidere. Il compito della politica deve essere proprio il saper scegliere, la creazione di una scala di priorità. Non ha funzionato. Da quanti anni non si sentiva parlare di scuola con questa ossessività? Poi si possono criticare i contenuti e la democrazia è un terreno fertile su questo, ma non è in discussione la centralità della scuola per questo governo”.
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