In queste ferie d’agosto è partita una petizione diretta al ministro Fedeli in cui si chiede di equiparare gli stipendi dei docenti italiani a quelli dei colleghi europei.
La petizione sta avendo un grande successo, e capita proprio mentre si stanno definendo i dettagli del rinnovo contrattuale, che vedrà a partire da settembre un’accelerata.
Sulla questione dell’aumento dello stipendio proposta dalla petizione, sul sito di Possibile, il partito guidato da Giuseppe Civati, vengono riportate delle tabelle elaborate da UIL Scuola a partire dai dati Eurydice, in cui si confutano le tesi dei detrattori su stipendi e orari di lavoro dei docenti.
Proprio per quanto riguarda l’orario di lavoro, si nota subito che le ore di lezione in Italia sono superiori alla media europea sia nella scuola primaria (22 contro 19,6) che nella secondaria superiore (18 contro 16,3) e uguali nella secondaria inferiore (18 contro 18,1).
Il documento riporta anche un altro dato, ovvero quello che riguarda il monte ore degli alunni per anno scolastico, che in Italia è nettamente superiore a quello degli altri Paesi Europei grazie ad alcune specificità del nostro sistema scolastico, quali, ad esempio, il tempo pieno alla scuola primaria e i rientri pomeridiani come opzione oraria nella scuola secondaria di I grado.
Le suddette specificità vanno ad incidere anche il rapporto tra alunni e insegnanti, necessariamente più alto in Italia, visto che i nostri studenti trascorrono più tempo a scuola dei compagni europei.
Ma ora ecco il tema della retribuzione, che non lascia alcun dubbio, in cui si evidenzia la differenza tra la retribuzione di base e quella a fine carriera, suddivisa per ordine di scuola.
Il dato del nostro Paese ci mostra come le retribuzioni iniziali dei nostri docenti assicurino un tenore di vita al di sotto di quello medio italiano.
Chissà se questa petizione e questi dati possano spingere ad un incremento stipendiale per la classe degli insegnanti italiani.
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