Per molti dipendenti pubblici può tradursi in un boomerang il rinnovo contrattuale: con l’aumento potrebbero perdere gli 80 euro di bonus del Governo Renzi.
Perché, come detto più volte dal ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, gli aumenti riguarderanno sicuramente i dipendenti con stipendi più magri. Questi lavoratori, però, sono anche quelli che oggi beneficiano del bonus mensile introdotto dal Governo Renzi tre anni fa (riservato a chi percepisce sino a 26mila euro lordi annui).
L’aumento in busta paga riguarderà quindi anche molti dipendenti della scuola: quasi tutti gli Ata e anche quei docenti neo-assunti e con poco precariato, che percepiscono 1.300 euro mensili netti o poco più. Oggi hanno diritto al bonus, con il rinnovo contrattuale lo perderanno. Rischiando quindi di andare a prendere in busta paga, più o meno, sempre la stessa cifra.
L’allarme è stato lanciato, il 19 settembre, dalla Confsal Unsa, uno dei sindacati che ha presentato ricorso contro il blocco che dura dal 2009. Che tuona: “oltre un dipendente pubblico su due ha ricevuto il bonus 80 euro ma con la riapertura della contrattazione in molti rischiano di perderlo”.
Secondo il sindacato, nei comparti contrattualizzati della P.A. i dipendenti che ne hanno beneficiato, in tutto o in parte, “sono 1 milione 161 mila, ovvero il 51,4% di 2 milioni 259 mila, che è il totale degli occupati nei settori dei ministeri, delle agenzie fiscali, della scuola, degli enti pubblici non economici, della sanità e delle Regioni e autonomie locali”.
I calcoli della Confsal Unsa si riferiscono al 2014. Ora, per il sindacato, un incremento “del 3,9%, corrispondente all’adeguamento all’indice dei prezzi Ipca nel triennio, vanificherebbe il bonus per una grossa fetta: i beneficiari passerebbero dal 51,4% al 31,2% (a 704 mila)“. Quindi, quasi mezzo milione di dipendenti perderebbe il bonus. Considerando che oltre un terzo appartengono alla scuola, si può stimare che con il rinnovo contrattuale poco meno di 200mila tra docenti e Ata potrebbero perdere l’accesso agli 80 euro mensili.
Per il segretario generale della Confsal Unsa, Massimo Battaglia, è “imprescindibile trovare una soluzione per evitare che proprio i redditi più bisognosi di sostegno siano quelli che si vedono sterilizzare gli effetti del rinnovo contrattuale, perdendo integralmente o parzialmente il bonus. È una questione – conclude – da cui dipende l’effettività della trattativa per il rinnovo del contratto”.
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