Di fronte all’ostinazione del Governo nel tenere fermi gli stipendi dei lavoratori statali, anche il sindacato per tradizione forse più orientato al dialogo e alla concertazione ha perso la pazienza. La saetta è arrivata il 19 ottobre, durante il congresso nazionale della Uil-Fpl: a lanciarla è stata il segretario generale aggiunto, Carmelo Barbagallo, il candidato favorito alla successione di Luigi Angeletti: “i contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego sono fermi al 2010. Ebbene, se lo Stato non rispetta gli accordi, anche noi ci sentiamo sciolti dal rispetto di quegli stessi accordi e, dunque, non terremo più conto dei limiti previsti per gli scioperi nel settore”, ha detto Barbagallo.
Visto che il ‘banco è saltato’ e che non c’è più rispetto per le regole, allora ci adeguiamo, ha fatto capire il sindacalista Confederale. Seconde il quale è arrivato il momento disdettare “il protocollo del 2001 in merito alle procedure di raffreddamento e conciliazione relative alle prestazioni indispensabili in caso di sciopero”.
La disdetta, preciserà più tardi la Uil, “riguarda anche tutti i successivi accordi in materia, firmati sulla base di quel protocollo, ed è stata comunicata formalmente con lettera inviata all’Aran, l’agenzia governativa per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni”.
Ma cosa significa non rispettare più il protocollo d’intesa che detta le linee guida da seguire in caso di sciopero? Premettiamo che si tratta dell’accordo che definisce un quadro poi tradotto nei contratti di lavoro dei diversi settori del pubblico impiego, con tutte le garanzie per i servizi essenziali.
Le conseguenze più gravi si rifletterebbero su diversi comparti. L’Ansa mette in cima alla lista dei possibili disservizi quelli che forniscono “la sanità e la scuola”. In seconda battuta, vi sarebbero quelli derivanti dalla “chiusura totale di Istituti di ricerca, magari anche poco noti”.
Nella scuola, in particolare, “non sarebbero più assicurate le prestazioni indispensabili, tali da garantire lo svolgimento degli scrutini e degli esami finali. Insomma potrebbe saltare la maturità. Verrebbe a mancare la vigilanza sugli studenti, soprattutto se minorenni, ma anche sugli impianti e tutte le altre apparecchiature presenti negli istituti scolastici”.
Anche “il personale sanitario non darebbe più la certezza di essere presente con un numero minimo di persone negli ospedali. Si tratta dei cosiddetti contingenti, dottori, infermieri e altri lavoratori del settore esonerati dallo sciopero per garantire la continuità delle relative prestazioni, in modo tale da non fa mancare servizi indispensabili come il pronto soccorso, la rianimazione, il servizio ambulanze”.
Per quanto riguarda gli istituti di ricerca “si va dall’Istituto di geofisica e vulcanologia (Invg) all’Istituto per la protezione ambientale (Ispra). Tutti organi chiamati ad assicurare servizi essenziali, come il monitoraggio dei terremoti, delle eruzioni, il controllo di rischi ambientali imminenti, o la vigilanza sull’inquinamento in situazioni di emergenza”.
L’intenzione della Uil non sembra aver sorpreso il sindacato più vicino: la Cisl. “Già da ottobre scorso abbiamo lanciato in maniera convinta una nuova stagione di rivendicazione unitaria per ristabilire un’adeguata riconoscibilità professionale nel pubblico impiego”, ha detto il segretario generale Cisl-Fp, Giovanni Faverin, Che aggiunge: “La Cisl chiederà i cambiamenti necessari per correggere le carenze legate al contratto nazionale” per gli statali. Comunque, assicura, andremo “fino in fondo”. Un’affermazione che suona come un consenso alla sortita della Uil.