Il ministro dell’Istruzione vorrebbe dare il giusto riconoscimento economico a chi lavora nella scuola, ma nel 2019 si dovrà accontentare di solo “di qualcosa in più”: a dirlo è stato il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, a margine di un evento svolto al ministero dell’Istruzione.
Per i compensi dei docenti, il responsabile del dicastero dell’Istruzione ha voluto ricordare che “il Governo precedente aveva aumentato una certa somma nel contratto. Ma lo aveva fatto solo per un anno che è una cosa abbastanza inusuale”.
Il riferimento di Bussetti è alla formula della perequazione: il precedente Governo ha garantito una parte degli incrementi stipendiali, pari ad 85 euro lordi dopo diversi anni di blocco, solo fino al termine dell’anno corrente.
Paradossalmente, in questo modo i titolari di buste paga più ridotte, dal prossimo mese di gennaio avrebbero rischiato di vedersi ridotto lo stipendio di alcune decine di euro.
Ora, però, con alcune centinaia di milioni di euro, l’attuale esecutivo gialloverde, attraverso la legge di bilancio, ha riparato la “falla”. Ma senza andare oltre.
“Noi – ha sottolineato il ministro dell’Istruzione – siamo riusciti a riconfermare questa cifra con qualcosa in più. Il mio intento è comunque quello di dare il giusto riconoscimento alla categoria”.
Si tempi di attuazione dell’intento di Bussetti, tuttavia, non si hanno indicazioni.
Certamente, per il 2019 l’incremento, peraltro solo a partire da aprile, sarà mediamente di appena 14 euro, frutto dell’indennità di vacanza contrattuale che scatti proprio per compensare il mancato rinnovo: una somma dovuta che, ovviamente, non può soddisfare i diretti interessati, docenti e Ata, che già si sono fatti sentire attraverso social e i sindacati che li rappresentano.
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