Contratti

Stipendi: c’è chi chiede un aumento di 200 euro netti

Gli stipendi devono aumentare di almeno 200 euro: la rivendicazione arriva da Professione Insegnante, un Gruppo Facebook che di recente si è costituito anche come associazione.

PROFESSIONE INSEGNANTE:  DA GRUPPO FB AD ASSOCIAZIONE

Per Professione Insegnante, la battaglia contrattuale deve legarsi anche alla protesta contro gli stessi sindacati: Come rimanere iscritti a sindacati che non dicono una parola sulla sperequazione dell’offerta governativa di aumento contrattuale, 40 euro netti per i docenti e 10 volte di più, 400 euro netti per i Dirigenti scolastici?” sostiene l’associazione che aggiunge: “Come rimanere iscritti a sindacati che nulla iniettano all’incremento del finanziamento alle scuole non statali, mentre il governo afferma che non ci sono risorse per garantire un contratto dignitoso che per noi equivarrebbe a un aumento netto minimo di 200 euro”.


LA LOGICA PERVERSA DELLA LEGGE 107

Ma l’Associazione denuncia anche “la logica perversa della 107/2015 e del grande potere dato ai DS nella gestione dell’organico dell’autonomia”.
“Questo – sottolinea Libero Tassella, uno dei fondatori di Professione Insegnanti – lo segnalai compiutamente e reiteratamente fin dal luglio 2015, ma furono soprattutto gli insegnanti più anziani o con molti anni di carriera a fare spallucce, credevano che il potenziamento riguardasse solo i neo immessi in ruolo o al limite i trasferiti”.
“Oggi – spiega Tassella – la realtà appare ben diversa, docenti di 62 anni che dalla materia sono spostati d’ufficio dal dirigente su attività di potenziamento, spremuti a far supplenze in sostituzione dei docenti che si assentano fino a 10 giorni. Ecco cosa significa pensare che il danno possa sempre riguardare un altro e restare inermi”.

QUALI FORME DI PROTESTA

Nel concreto, l’Associazione ha anche una idea chiara su come condurre la protesta: astenersi da tutte le attività aggiuntive e dimettersi da ogni incarico, compreso quello di coordinatore di classe.
Ma c’è già chi osserva che aumentare gli stipendi di 200 euro netti mensili è impossibile perché le leggi in vigore, e in particolare il decreto 29/93 con cui il rapporto di pubblico impiego venne “privatizzato”, non consentono di riconoscere ai dipendenti pubblici aumenti superiori al tasso di inflazione programmata.
Reginaldo Palermo

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