I responsabili dei dirigenti scolastici dei 4 sindacati del comparto scuola (Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals) intervengono in queste ore con un comunicato unitario sulla questione delle retribuzioni dei docenti e dei dirigenti scolastici.
I 4 sindacati puntano il dito in particolare sull’articolo pubblicato dal quotidiano Repubblica e ripreso da diverse altre testate per precisare che “i dati presenti nelle tabelle del Rapporto OCSE (per l’Italia retribuzione annuale lorda espressa in dollaro US dei docenti pari a 40.008/45.870, a fronte di una retribuzione media dei dirigenti scolastici di 101.937) non corrispondono ai valori reali delle retribuzioni nei Paesi OCSE ma sono l’esito di un’operazione di conversione degli stipendi effettuata utilizzando gli indicatori delle parità di potere d’acquisto (PPA) tratti dalla banca dati OCSE”.
“Il risultato – aggiungono – è pertanto un dato virtuale, espresso in dollari US e non in euro, attraverso il quale si può effettuare il confronto tra le retribuzioni dei diversi Paesi, altrimenti impossibile, viste le profonde differenze esistenti non solo nel potere di acquisto ma anche nelle aliquote fiscali e retributive applicate nei diversi Paesi”.
“Relativamente ai dirigenti scolastici italiani – si legge ancora nel comunicato – la retribuzione media effettiva, tenuto conto delle diverse fasce di complessità delle scuole che incidono sulla retribuzione con importi diversi nelle diverse tra le regioni, oscilla tra circa 60.000 e 70.000 euro lordi annui, comprensivi delle retribuzioni di risultato che però i dirigenti non ricevono in alcuni casi dal 2016”.
I responsabili dei dirigenti scolastici dei sindacati del comparto evidenziano come “il confronto presentato nell’articolo sia metodologicamente sbagliato e fuorviante, perché si tratta di ruoli e profili che non è possibile confrontare, che attengono a professioni profondamente diverse, anche se svolte nell’ambito delle istituzioni scolastiche”.
D’altronde nessuno si scandalizza del fatto che lo stipendio di un segretario comunale di un comune di 20-25 mila abitanti, che ha alle sue dipendenze un numero di persone paragonabile con quello di un preside di una istituzione scolastica di medie dimensioni, è 3-4 volte quello di un impiegato dell’anagrafe.
Ma non è finita qui perché i dirigenti di Cgil, Cisl, Uil e Snals proseguono: “Anche il confronto tra le retribuzioni dei dirigenti scolastici italiani con i capi di istituto degli altri Paesi deve tenere contro della grande variabilità rispetto alle responsabilità ad essi attribuite. Ci sono infatti ordinamenti scolastici in cui i capi di istituto, mantenendo l’attività di insegnamento, esercitano temporaneamente compiti di coordinamento educativo e gestionale (e in questo caso mantengono lo stipendio da docenti a cui si aggiunge un’indennità per le ulteriori funzioni che svolgono), altri ordinamenti scolastici in cui, come in Italia, quella del dirigente scolastico è una carriera indipendente da quella del docente a cui si accede per concorso e che implica l’assunzione di responsabilità dirigenziali sul versante organizzativo, amministrativo, finanziario-contabile”.
Si tratta peraltro di assolute ovvietà che però spesso passano un po’ sotto traccia e per questo motivo il comunicato assume un valore quasi storico.
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