Adesso ci si mette anche Eurydice a mettere a confronto gli stipendi di docenti e presidi, dicendo che questi ultimi in Italia prendono già inizialmente il doppio di un insegnante con anzianità di 15 anni.
Ma non si dice che c’è una differenza tra presidi dovuta non solo a complessità d’istituto, numero di alunni e di sedi, ma al fatto scandaloso che ci sono alcuni dirigenti scolastici a cui è riconosciuta l’ anzianità di docente ( la cosiddetta R.I.A.), e a quelli assunti dopo il 2001 no: si tratta di una indennità che varia dai 3500 ai 6000 euro annui che prendono nostri colleghi solo perché assunti prima del 2001!Detto questo, a me questi confronti ricordano la lotta dei due capponi di Renzo Tramaglino ne ” I promessi sposi” del Manzoni.
La scuola è stata trattata da tutti i governi -di destra, sinistra e centro- come una cenerentola e speriamo che con il PNRR Draghi si ricordi di noi. Il personale tutto della scuola è sempre stato poco considerato economicamente parlando. Vogliamo parlare dei miseri stipendi che prendono i bidelli o collaboratori scolastici che dir si voglia o degli assistenti amministrativi o anche del DSGA che, nonostante il salto di ruolo avuto con l’ autonomia da ex segretario, percepisce uno stipendio non adeguato?
Il confronto si deve fare tra gli stessi ruoli e non tra ruoli diversi che variano in base alla competenza richiesta e alla responsabilità.
Ebbene i dirigenti scolastici sono tra i meno pagati dei dirigenti pubblici, pur avendo responsabilità e incombenze maggiori. Lo vogliamo dire? O non lo possiamo dire perché altrimenti i poveri docenti si scandalizzano?
Quanto ai docenti che sono poco pagati, va detto che parte della responsabilità è anche la loro. Da una parte sono il comparto più numeroso della pubblica amministrazione e un piccolo aumento per loro si traduce in una spesa pubblica pesante per lo stato. Ma dall’ altra essi, in nome di un egualitarismo sessantottino, non hanno mai voluto la differenziazione di carriera. E’ così riconosciuta ai docenti solo l’ anzianità di servizio che scatta ogni tot anni.
La scuola è diventata un ammortizzatore sociale per molti precari e in generale si è scambiato un orario ridotto di lavoro, utile per donne con figli piccoli e per coloro che svolgono un doppio lavoro, con un basso salario. Finché permarrà questa mentalità che i sindacati dei docenti hanno appoggiato, ci sarà poco spazio per aumenti retributivi sostanziosi. Hai voglia che i ministri dell’ istruzione dicano che effettivamente i docenti sono poco pagati e sparino cifre di aumento impossibili.
Finché si dice che i docenti sono tutti uguali, anche gli scansafatiche, matematicamente gli aumenti saranno pochi. Se si valorizza il merito, alcuni docenti potranno avere di più. Ma i docenti in nome di quest’ ideologia egualitaria si oppongono al merito dicendo che non si può misurare(un criterio oggettivo potrebbe essere il tempo in più dedicato alla scuola). E allora dico ai professori: accontentatevi di poter comprare un caffè in più.
Eugenio Tipaldi
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