Riuscirà il Parlamento a convertire in legge il decreto 185 del 16 dicembre scorso che stanziava 64 milioni di euro per consentire la liquidazione degli stipendi arretrati dei supplenti?
Il dubbio è assolutamente legittimo, perchè, al momento, il provvedimento è fermo al Senato dove l’iter non è ancora neppure iniziato.
A riferire in aula dovrà essere la Commissiione Finanzei che però non ha ancora ricevuto i pareri delle altre commissioni chiamate in causa ((Affari costituzionali, Bilancio, Cultura, Agricoltura, Ambiente e Rapporti con UE).
Nella migliore delle ipotesi l’iter potrebbe iniziare nella settimana del 2 febbraio per concludersi entro 6 (ma bisognerà che i senatori vadano davvero di corsa). A quel punto il giorno 9 la palla dovrebbe passare alla Camera che avrebbe solo una settimana di tempo per concludere i lavori.
Il fatto è che il regolamento della Camera è più complesso rispetto a quello del Senato e quindi non è detto che si riesca a rispettare i tempi.
Ma come mai questo ritardo nell’avviare l’esame del decreto legge?
Una ipotesi è che ci siano, come al solito, problemi di copertura e che il Governo non voglia esporsi ad una “brutta figura” che potrebbe compromettere anche il percorso dei decreti sulla Buona Scuola.
Per intanto in Parlamento tutto procede a rilento in vista della elezione del Presidente della Repubblica.
Certo è che se il DL 185 non sarà convertito in legge nei tempi stabiliti (15 febbraio) per il Governo si porrà un nuovo problema.