Anche Lucia Azzolina, ex ministra dell’Istruzione ed oggi dirigente scolastica a Siracusa, ha discusso a proposito della possibile differenziazione stipendiale per i docenti in base alla regione di appartenenza, sulla scia delle recenti parole dell’attuale capo del dicastero di Viale Trastevere Giuseppe Valditara.
Azzolina è intervenuta sul tema ieri, 26 gennaio, ai microfoni di Metropolis, trasmissione di RepubblicaTv. Quest’ultima, che non è evidentemente d’accordo con il ministro leghista, ha provato, attingendo alla sua esperienza personale, a suggerire nuovi modi per aiutare i docenti a fronteggiare il costo della vita: “Quando ho iniziato a insegnare mi sono trasferita da Siracusa a La Spezia. Guadagnavo 850 euro per 10 ore e ne pagavo 450 di affitto. Si fa la gavetta, è giusto così. Conosco queste difficoltà. L’idea delle gabbie salariali ogni tanto torna di moda: io direi che si possono trovare altre soluzioni. Si possono aiutare docenti e ATA con aiuti sugli affitti, ad esempio, a sconti sui trasporti”, ha detto.
“Sbagliato pensare che ci siano differenze totali tra Nord e Sud: una cosa è una città grande come Milano, un’altra è Biella. Un conto è una città come Palermo, un altro è Siracusa”, ha aggiunto, cercando di superare la classica divisione netta tra Settentrione e Mezzogiorno.
Privati nelle scuole e disuguaglianze
Poi l’ex pentastellata ha espresso timore di fronte a possibili finanziamenti privati nelle scuole, che andrebbero a suo avviso a danneggiare quelle che si trovano in zone più povere: “In un territorio con un tessuto produttivo ricco, si tende ad investire sull’istruzione. Pensiamo ad esempio agli ITS. In territori con un tessuto produttivo più povero, come purtroppo il Sud Italia, si rischia di avere meno investimenti se il privato entra nelle scuole. Così, la forbice delle disuguaglianze aumenterebbe. Cosa fare? Lavorare per usare bene i soldi del Pnrr che stanno per arrivare nelle scuole, in particolare al Sud. Non è scontato che venga spesso tutto e bene. Va fatta anche tanta formazione del personale scolastico perché solo così si può limitare questa forbice”.
“Penso che l’istruzione debba essere statale, uguale in tutto il Paese, che debba aiutare coloro che sono più fragili, fungendo da ascensore sociale”, questo il suo pensiero.
Banchi a rotelle? Ecco cosa suggerisce il Pnrr
Ecco quali sono i piani per il futuro di Azzolina: “Al momento voglio dedicarmi a dirigere la mia scuola, a lavorare per eliminare le situazioni di fragilità. Non si smette mai di fare politica, per il futuro si vedrà”.
E, infine, una battuta sui banchi a rotelle, elementi che hanno caratterizzato negativamente il suo mandato a Viale Trastevere che però lei difende a spada tratta: “Nel mio istituto, quando mi sono insediata, ho trovato i banchi a rotelle, come in ogni scuola in cui i dirigenti scolastici avevano fatto richiesta. Il Pnrr ci dice che gli arredi delle classi devono essere flessibili e mobili. Non possiamo più pensare alle lezioni frontali come nell’Ottocento. Da anni questi banchi mobili esistono nelle scuole del Nord Europa e esistevano anche in Italia dal 2012. Poi è stata fatta sul tema una squallida campagna mediatica da parte della Destra e ciò è molto grave”, ha concluso.