Stipendi alti per i dirigenti scolastici?
C’è chi risponde affermativamente senza porsi dubbi e cita un dato certamente inoppugnabile: lo stipendio iniziale di un dirigente scolastico è all’incirca il doppio di quello di un docente.
E si citano anche i dati europei per evidenziare che siamo il Paese con una differenza retributiva docenti/dirigenti particolarmente elevata.
Ma c’è anche chi fornisce altri dati, come la Cisl Scuola che, nell’ultima newsletter dedicata proprio ai DS, osserva che “secondo dati Aran riferiti al 2019 la differenza rispetto ai dirigenti degli Enti di ricerca è di 28.729 euro annui, di 13.060 euro rispetto ai dirigenti dell’Università, di 36.037 euro verso le Funzioni centrali”.
Aggiunge ancora il sindacato: “Come se ciò non fosse abbastanza avvilente, ora si prospetta nuovamente persino l’ipotesi di stipendi inferiori a quanto erogato nell’a.s. 2016/17 e di restituzione della retribuzione già percepita, nonostante tutto ciò che è stato chiesto alla scuola e ai dirigenti in questi ultimi anni di emergenza pandemica”.
Il problema nasce dal fatto che una parte della retribuzione dei dirigenti scolastici deriva dal Fondo Unico Nazionale (FUN).
“Ma – spiega Cisl Scuola – la certificazione del Fondo da parte del MEF avviene sempre con grande ritardo (ancora non è certificato il Fondo 19/20) e pertanto viene applicata l’ultrattività dei contratti sino alla stipula dei nuovi, salvo successivo conguaglio. Per questo motivo attualmente lo stipendio dei dirigenti è erogato sulla base dei livelli di quantificazione del FUN e dei contratti regionali del 2016/17”.
Questo significa che, per mantenere le retribuzioni del 2016/17, sarebbe necessario stabilizzare le quote una tantum pari almeno a 60 milioni di euro. Altrimenti, in fase di conguaglio, i dirigenti dovranno restituire una parte dello stipendio percepito.
Ma ci sono anche sperequazioni importanti a livello territoriale: “Nella maggior parte delle regioni – spiega ancora Cisl Scuola – i dirigenti scolastici non percepiscono da 3 anni la retribuzione di risultato che è andata persa (valore medio 3.500 euro annui), non viene loro corrisposta l’indennità di reggenza (anche questa a carico del FUN) e, se cessati dal servizio, percepiscono una pensione che rimane provvisoria”.
“La conseguenza più grave – conclude il sindacato – è però quella che ricade sui neo-dirigenti scolastici, che in 10 regioni addirittura non si vedono riconoscere dall’USR il diritto alla retribuzione di posizione parte variabile (una media di 13.000,00 euro lordi annui) a causa dell’incapienza del FUN. Tra l’altro si tratta spesso di colleghi che hanno la sede di servizio fuori dalla loro regione di residenza e che quindi devono affrontare spese non indifferenti di alloggio e di spostamento”.
Il sindacato di Maddalena Gissi auspica quindi che con la legge di bilancio 2022 si possa iniziare un percorso per armonizzazione le retribuzioni dei dirigenti “non essendovi alcuna differenza nelle competenze e nelle responsabilità attribuite ai dirigenti scolastici rispetto agli altri dirigenti pubblici”.
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