Gli aumenti stipendiali legati alla formazione si sono sgonfiati prima ancora di diventare legge: si tratta di somme forfettarie (molto probabilmente non continuative), che arriveranno non prima del 2027 e comunque ad una stretta cerchia di docenti. I sindacati hanno subito espresso il loro dissenso e già parlano di sciopero.
Dopo il comunicato di fuoco dei Confederali, Snals e Gilda, domenica 24 aprile è uscito allo scoperto Marcello Pacifico: il presidente Anief prima ha giudicato il decreto approvato dal CdM “un obbrobrio” e poi ha detto che i suoi sono pronti a mobilitarsi “e a tornare in piazza, anche a scioperare: senza se e senza ma, tutti insieme”.
Il malcontento è crescente: secondo il segretario dalla Uil Scuola Fvg, Ugo Previti, “in due anni di pandemia la scuola ci è sempre stata, il personale ha sempre lavorato, anche con la didattica a distanza ci si è arrangiati con i mezzi che avevano, anche il personale ausiliario. Il personale della scuola ha fa un ottimo lavoro, però spesso è bastonato, negli stipendi, con il nuovo decreto, e perché c’è un calo del personale”.
Quello degli stipendi sta diventando un problema serio: il contratto è scaduto da quasi tre anni e mezzo e di riduzione del gap rispetto ai parametri europei nemmeno si parla più. Di certo, una decina di euro di indennità di vacanza contrattuale, arrivati da un paio di mesi, non possono bastare.
Come pure il centinaio di euro lordi in arrivo sembrano poco più di una “mancia”, perché nel frattempo le bollette e il costo dei carburanti sono lievitati, come pure l’inflazione.
Anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha ammesso che “senza aumento dei salari dei lavoratori ci sarà una crisi sociale e se non c’è ripresa della capacità di acquisto ci sarà una drammatica caduta della domanda interna”.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha detto che è ormai l’ora di uno scostamento di bilancio, e di nuovi interventi sugli extraprofitti delle imprese, “perché è il momento che chi si è arricchito e ha di più metta mano al suo portafoglio e dia a chi ha meno”.
Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha accusato il Governo di non aver voluto agire sul cuneo fiscale, per fare invece una riforma dell’Irpef che non ha avuto gli effetti sperati, e lo invita a rimediare al più presto: “Se ci sono interventi adesso, devono essere destinati a salari e pensioni, poi a tutto il resto”.
Pure in Parlamento, c’è chi comincia a fare la voce grossa. Anche nella maggioranza. Con il dito puntato proprio sugli stipendi fermi degli insegnanti.
Il deputato del M5S Luigi Gallo, ex presidente della VII commissione della Camera, ha detto che “senza un forte aumento stipendiale di tutti i docenti ogni riforma sul reclutamento e formazione è acqua fresca e non aumenta né merito, né qualità”.
“L’Italia deve decidere se può affrontare il ventunesimo secolo come la cenerentola dell’Europa o investire sulla conoscenza”, ha concluso Gallo.
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