Nella diretta della Tecnica della scuola live di ieri 23 febbraio, la stragrande maggioranza dei commenti degli utenti ha riportato all’attenzione la questione del blocco dello scatto di anzianità nel 2013 che oggi molti insegnanti chiedono di recuperare ai fini della progressione di stipendio.
Ricordiamo che il blocco dell’anno 2013 ai fini della progressione di carriera è una disposizione che risale al Governo Berlusconi-Tremonti per ragioni di contenimento della spesa.
Lo spiega il collaboratore della Tecnica della Scuola Salvatore Pappalardo: La norma prevede che di tutto il servizio prestato prima dell’immissione in ruolo siano riconosciuti solo i primi 4 anni per intero con l’aggiunto dei 2/3 del servizio restante (es. a un docente che ha prestato 8 anni di servizio fuori ruolo nello sviluppo della sua carriera gli sono riconosciuti 6 anni e 8 mesi di servizio). In merito va detto che dei sindacati, hanno promosso dei ricorsi al fine di far riconoscere tutto il servizio fuori ruolo.
Il decreto legge 98 del 2011, nel fissare delle norme per la stabilizzazione finanziaria, al fine di reperire i fondi per le assunzioni di un alto numero di lavoratori precari, ha fortemente penalizzato il mondo della scuola il quale ha visto diminuire il suo potere d’acquisto non solo con il blocco del contratto, ma anche con il blocco degli anni scolastici 2011, 2012 e 2013 nella ricostruzione di carriera e conseguentemente il ritardo nel transitare da una fascia all’altra dello stipendio.
Negli anni successivi, attraverso battaglie sindacali, sono stati riconosciuti solo gli anni scolastici 2011 e 2012, mentre inspiegabilmente il 2013 ad oggi non è stato ancora validato, nonostante petizioni e richieste di varia natura, conclude il nostro esperto di normativa scolastica.
Una questione che va a sommarsi all’intero assetto retributivo della classe docente, rispetto al quale i lettori della Tecnica della Scuola parlano di vera e propria emergenza retributiva.
Un tema trattato nel corso della diretta anche dalla ex ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, che, come abbiamo accennato, ha dichiarato: “Penso che questa professione debba essere fortemente retribuita. A qualità di formazione di ingresso deve corrispondere una qualità più alta di retribuzione perché questo fa parte dell’investimento. La scuola vive sul valore professionale dei docenti e di tutto il personale scolastico”.
“Quando il ministero del Tesoro non mette risorse sulla scuola – argomenta la senatrice – lì c’è un’evidente sottovalutazione del valore della scuola per il Paese”.
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