Sugli stipendi inadeguati dei docenti della scuola, i docenti hanno un alleato prezioso: la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli.
Parlando durante il videoforum su Repubblica.it, la responsabile del Miur ha ricordato il caso del Centro Nord, dove c’è carenza di insegnanti di matematica e scienze, sottolineando che sulla scelta dei docenti precari di trasferirsi di regione certamente incide l’aspetto economico.
“Con 1.200 euro al mese tanti insegnanti hanno difficoltà a muoversi. Dobbiamo avere una politica che continui a investire”.
Anche sugli stipendi, pertanto, la nuova Ministra si differenzia di netto rispetto alla politica condotta per due anni e mezzo da chi l’aveva preceduta al palazzo bianco di Viale Trastevere: l’ex ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, infatti aveva più volte asserito che lei stessa per essere assunta in ruolo si era spostata di centinaia di chilometri. Glissando però sul fatto che la sua carriera universitaria non prevedeva di certo stipendi così modesti come quelli di un insegnante della scuola pubblica ad inizio carriera.
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Comunque, per completezza va anche detto che gli aumenti stipendiali in arrivo, per gli insegnanti, come per il personale Ata, non saranno così corposi come sperano i docenti e la stessa ministra Fedeli, visto che sommando le varie Leggi di Stabilità si arriverà ad una media di 80-90 euro lordi a dipendente. Che fanno 40-45 euro netti: davvero poco per chi sperava in un cambio di rotta importante, dopo che dal 2009 ad oggi a muovere gli stipendi sono stati solo gli scatti automatici (con il 2012 perso per strada e non recuperabile).
La Fedeli ha quindi ribadito che sulla scuola “abbiamo iniziato negli ultimi tre anni a investire su istruzione e formazione. Chi opera nelle nostre scuole deve avere competenze e professionalità, che vanno anche riconosciute economicamente”.
Insomma, il cambio di approccio nei confronti del personale è arrivato. E non è poco. Ora, però, mancano ancora i soldi.