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Stipendi docenti. Giannelli: in Finlandia più alti? Si consideri il costo della vita

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“Sulla questione retributiva, il problema è molto semplice: non ha senso paragonare lo stipendio del dirigente con quello del docente. Ovviamente i dirigenti guadagnano più di un docente ma sicuramente guadagnano meno di un dirigente del Ministero o dell’Università, che sono meno esposti allo stress del dirigente scolastico”. Ad affermarlo, il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli nel corso della diretta di Tecnica della Scuola Live del 28 agosto, in un confronto con il coordinatore nazionale di Gilda insegnanti Rino Di Meglio.

“Una battaglia che ci sentiamo di fare e che continueremo a praticare,” afferma Giannelli. Ma il confronto, dunque, andrebbe fatto tra posizioni dirigenziali e non tra ruoli differenti. Piuttosto, cioè, la retribuzione di un dirigente scolastico – chiarisce Antonello Giannelli – potrebbe essere posta a confronto con quella, ad esempio, di un dirigente di un Comune che ha una decina di dipendenti e non ha un servizio al pubblico oneroso come succede nelle scuole.

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Differenze retributive tra docenti a livello europeo

E alla considerazione del nostro direttore Alessandro Giuliani circa le differenze retributive tra docenti di Paesi europei diversi, Giannelli ribatte: “Quello che si tende a dimenticare quando si fanno i confronti tra gli stipendi sul fronte europeo è il costo della vita. Prendiamo la Finlandia. In Finlandia i docenti finlandesi sono pagati più dei nostri ma il costo della vita in Finlandia è mostruoso. Invece – fa notare – in Finlandia viene pagato l’aggiornamento. I docenti finlandesi sono i più aggiornati del mondo, sono molto preparati nelle materie pedagogiche e questa preparazione viene fatta con il supporto dello Stato. Quindi sì, bisogna adeguare gli stipendi dei docenti ma valorizzando il merito”.

Ma come valorizzare il merito? Continua il presidente Anp: “Noi riteniamo che chi lavora di più e soprattutto lavora meglio debba potere essere incentivato e se è accettabile la prestazione di chi fa il minimo, deve essere possibile per i presidi incentivare e valorizzare coloro che alla scuola danno molto di più. Io conosco tantissimi colleghi docenti che nella scuola fanno tanto, non trovo giusto pagarli quanto quelli che fanno le loro ore e poi vanno via”.

Un’argomentazione rispetto alla quale ribatte Rino Di Meglio, come abbiamo già riferito: ok sul merito, ma dobbiamo chiarire cosa si intende: “Noi pensiamo che il merito del docente non sia andare a occuparsi degli aspetti burocratici ma conoscere bene ciò che si insegna e saperlo trasmettere bene ai propri alunni”.