Ancora una volta l’aumento degli stipendi degli insegnanti resta solo un buon proposito non onorato dal Governo in carica. La mancanza di fondi per la scuola, l’università e la ricerca è stato il motivo principale che ha portato alle dimissioni di Lorenzo Fioramonti dalla poltrona di Ministro dell’Istruzione. Si attende di capire quali saranno le determinazioni dell’On. Lucia Azzolina, che nella prossima settimana si insedierà ufficialmente a capo del Ministero di Viale Trastevere per quanto compete la scuola, mentre per Ricerca e Università si insedierà il prof. Manfredi.
È utile ricordare che il contratto scuola 2016-2018 è scaduto da 13 mesi, e che né il Governo M5S-LEGA, né quello attuale M5S-PD, ha avuto la capacità politica di mettere risorse economiche adeguate ad aprire la trattativa per il rinnovo contrattuale 2019-2021 del comparto della conoscenza.
Gli accordi tra il Premier Conte e i sindacati, presi con l’intesa sottoscritta il 23 aprile 2019, indicavano un rinnovo contrattuale volto a recuperare, nel corso del triennio 2019-2021, la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni e avvicinarle il più possibile ai livelli europei, dove un docente tedesco guadagna in media circa 1000 euro in più al mese di un collega italiano.
Quell’intesa tanto voluta dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’allora Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, scongiurò lo sciopero unitario del settore scuola del 17 maggio 2019 alla vigilia delle elezioni europee. Oggi possiamo dire che quell’intesa è stata tradita con le conseguenti inevitabili dimissioni del Ministro dell’Istruzione Fioramonti, che nel frattempo era succeduto a Bussetti.
Con la legge di bilancio 2020, riguardo gli aumenti stipendiali dei docenti, non solo non è stata rispettata la parola data, ma nemmeno si è riusciti, almeno pare, a rispettare la promessa fatta da Fioramonti di un aumento degli stipendi degli insegnanti a tre cifre e quindi di almeno di 100 euro lorde.
A conti fatti, dalla lettura del testo della legge di bilancio 2020, i soldi per aumentare gli stipendi degli insegnanti di una somma minima di 100 euro non ci sarebbero.
La domanda che si pongono in tanti è: “Riuscirà il nuovo Ministro Azzolina a trovare un accordo con i sindacati per rinnovare il contratto della scuola ormai scaduto da più di un anno?”. La razionalità contabile ci direbbe che non essendoci le risorse economiche, il rischio che gli accordi presi dal Presidente del Consiglio Conte siano carta straccia è molto alto.
Le retribuzioni dei docenti, come ha certificato recentemente la ragioneria generale dello Stato, sono le più basse del settore pubblico. Proprio per questo i Sindacati non vogliono sentire ragione, quando si sente parlare di aumenti lineari per tutto il pubblico impiego di circa 80 euro lorde. Il nuovo Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina troverà i sindacati molto contrariati per le promesse tradite, almeno finora, dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, quindi dovrà fare in modo di trovare una via d’uscita che potrebbe essere quella di reperire ingenti risorse da inserire nel documento di economia e finanza del prossimo giugno, in modo da essere pronti per un dignitoso rinnovo contrattuale 2019-2021.
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