Mentre in Italia si racimolano le leggi di bilancio degli ultimi tre anni per aumentare gli stipendi dei nostri insegnanti di circa il 4 per cento, che se va bene nei prossimi mesi porteranno 110 euro ciascuno lasciando comunque le buste paga dei prof ancora una decina di punti sotto l’inflazione, dall’America Latina giunge una notizia che fa riflettere: il 4 febbraio il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha annunciato che i docenti delle scuole pubbliche di tutto il Paese riceveranno un aumento del 33,24% dello stipendio.
“Chi dà loro (sindaci e governatori) i soldi per pagare gli stipendi? Siamo noi, il governo federale. A chi appartiene la penna per autorizzare le risorse? A me”, ha detto il capo dello Stato firmando a Brasilia la delibera che ufficializza l’aumento dei salari degli insegnanti.
Il ministro dell’Istruzione: nuovo importo minimo
L’agenzia Ansa riporta anche che assieme al presidente Bolsonaro c’era il ministro dell’Istruzione, Milton Ribeiro, il quale ha sottolineato che della misura beneficeranno un milione e settecentomila insegnanti dei sistemi pubblici statali e municipali.
Ma quanto guadagnano i docenti in Brasile? “Nel 2022 nessun insegnante di scuola pubblica potrà ricevere meno di 3.845,63 reais (attualmente pari a 620 dollari che corrispondono a 564 euro): l’istruzione di base è per noi un requisito per avere una nazione equilibrata e in progresso”, ha sottolineato il ministro.
I dubbi dei Comuni
La Confederazione nazionale dei Comuni ha però respinto il provvedimento del presidente brasiliano, ritenendolo “privo di fondamento giuridico”, si legge in un comunicato.
Sempre per la Confederazione nazionale dei Comuni questa risoluzione è stata adottata da Bolsonaro “tenendo conto in primo luogo l’appuntamento elettorale” del 2 ottobre, quando ci saranno le presidenziali.
Fatto sta che l’impegno c’è. E anche se lo stipendio di un insegnante sudamericano è decisamente più basso di quello italiano, l’annuncio potrebbe rinfocolare gli animi di tanti nostri insegnanti delusi per il trattamento economico loro riservato dallo Stato.