Ha raggiunto la quota non indifferente di quasi 10 mila adesioni la petizione on line promossa dalla Gilda degli Insegnanti una settimana fa per incentivare gli stipendi del corpo insegnante: l’iniziativa, indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, punta a chiedere lo “scongelamento” dello scatto di anzianità del 2013 (con i soldi oggi destinati al “merito”) e l’aumento degli stipendi dei docenti, il cui potere di acquisto è ai livelli storici negativi: l’aumento di 85 euro lordi arrivato con il rinnovo del contratto dello scorso aprile, non ha infatti colmato il gap rispetto ai compensi medi dell’Ue e all’inflazione.
Un obiettivo che il sindacato autonomo intende centrare utilizzando anche le risorse destinate dalla famigerata legge 107/2015 al finanziamento del bonus merito.
“Il numero elevato di adesioni registrato in appena sette giorni dal lancio dell’iniziativa è una spia inequivocabile del disagio e del malcontento che serpeggia tra gli insegnanti e della loro voglia di riscatto”, ha detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda.
Il sindacato chiede un rinnovo contrattuale 2019-2021 che preveda un incremento stipendiale dei docenti significativo.
Il sindacato ha ricordato che in base ai più recenti dati Ocse ed Eurydice, le retribuzioni degli insegnanti italiani sono tra le più basse in Europa: gli stipendi dei docenti in Germania sono praticamente il doppio rispetto a quelli italiani, per tutti i gradi di scuole e per tutte le anzianità, e molto al di sopra della media europea; anche in Spagna le retribuzioni, soprattutto quelle iniziali, si collocano al di sopra della media europea”.
La Francia ricalca l’andamento europeo, ma con le retribuzioni intermedie più basse, mentre l’Italia si mantiene allineata al livello europeo fino all’anzianità di servizio di 15 anni ma segna un netto calo a fine carriera.
“La significativa riduzione del potere di acquisto degli stipendi – afferma Di Meglio – ha provocato negli ultimi anni una sostanziale diminuzione di prestigio sociale dei docenti. Le buste paga sempre più leggere hanno portato gli insegnanti a diventare fanalino di coda non soltanto nell’impietoso confronto con i colleghi degli altri Paesi europei, ma anche con tutti gli altri dipendenti pubblici italiani”
“Per cambiare questa situazione indecorosa, – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – occorre investire maggiori risorse nel rinnovo del contratto e recuperare la progressione di carriera scippata nel 2013. Perciò esortiamo tutti gli insegnanti e tutti gli italiani che hanno a cuore la qualità dell’istruzione a firmare la petizione online e attraverso i moduli messi a disposizione dalle nostre Rsu e dai nostri Tas in in tutte le scuole d’Italia”.
Il contenuto della petizione on line della Gilda degli Insegnanti:
Signor Presidente del Consiglio,
negli ultimi anni i Docenti hanno subito una sostanziale diminuzione di prestigio, anche a causa della significativa riduzione del potere d’acquisto degli stipendi, diventando così fanalino di coda nell’impietoso confronto con i dipendenti pubblici italiani e con gli insegnanti degli altri paesi europei.
Per cambiare questa indecorosa situazione chiediamo:
L’accoglimento di queste proposte sarebbe un segnale importante di cambiamento per rivalutare la professione docente sempre più svilita e in crisi di autorevolezza.
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