La differenza dello stipendio di un docente italiano rispetto ad uno europeo si realizza soprattutto a fine carriera, quando, grazie agli aumenti dovuti a meccanismi di incremento automatico (con un’attesa che va tra i 5 gli 8 anni) si concretizza appena con un più del 50%. Mentre in Irlanda, Paesi Bassi e Polonia, gli stipendi tabellari iniziali dei docenti fanno riscontrare un aumento di oltre il 60% già nei primi quindici anni di servizio. Di contro, all’inizio della carriera, gli insegnanti italiani, come quelli francesi, portoghesi e inglesi, ricevono uno stipendio lordo tra i 22 mila e i 28 mila euro all’anno, in linea con la media europea, anche se fortemente al di sotto di quelli dei Paesi nordici (come Danimarca, Germania e Norvegia).
I dati sono inseriti nel rapporto annuale del network Eurydice della Commissione Europea sugli stipendi degli insegnanti in occasione della Giornata mondiale degli insegnanti.
“La retribuzione e le prospettive di carriera degli insegnanti dovrebbero essere parte integrante delle politiche per attrarre e trattenere gli insegnanti più qualificati”, ha detto la commissaria Ue per la Ricerca, Mariya Gabriel commentando il rapporto.
Tra il 2018 e il 2019 in Italia ci sono stati solo piccoli aggiustamenti agli stipendi dei docenti, in considerazione del costo della vita.
In generale, negli ultimi quattro anni in Italia, Spagna, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito, il potere d’acquisto degli insegnanti all’inizio della carriera è rimasto più o meno lo stesso, mentre si è ridotto in Belgio, Grecia, Lussemburgo, Portogallo, Finlandia, Regno Unito, Norvegia e Turchia.
Inoltre, in Italia la retribuzione di un dirigente scolastico, secondo la ricerca, è il doppio di quella di un’insegnante con 15 anni di servizio.
I docenti tra i 55 e i 64 anni di età guadagnano in media tra i 30 mila e i 38mila euro lordi, i dirigenti nella stessa fascia di età 83mila euro.
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