Tantissime sono state le polemiche sulle dichiarazioni del ministro e dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha fatto una distinzione tra gli stipendi dei docenti del Nord e del Sud, proponendo di aumentare quelli delle città in cui è presente il carovita.
A rispondere è stata anche la senatrice e presidente del gruppo Azione-Italia Viva Raffaella Paita, che in un post sulla sua pagina Facebook ha dichiarato: “La proposta del Ministro Valditara dipagare di più gli insegnanti che vivono al nord appare divisiva. Certo che esiste un problema legato al costo della vita differente, che non riguarda solo nord e sud, ma anche grandi e piccoli centri ma non può essere affrontato in modo semplicistico. Il vero problema però in questo dibattito è, come troppo spesso accade, la cancellazione del concetto di merito: perché non leghiamo gli aumenti di stipendio degli insegnanti ai risultati? E magari anche a quegli insegnanti coraggiosi che esercitano il loro ruolo in contesto di assoluto disagio sociale? Il Governo Renzi aveva introdotto il bonus merito, cancellato dal Governo Conte. Questo Governo, dopo aver utilizzato la parola merito cambiando la denominazione del ministro dell’istruzione, si è poi dimenticato di passare dalle parole ai fatti. Tanta propaganda e polemiche, zero concretezza”.
Durante un intervento di sabato 28 gennaio, a Omnibus su La7, Valditara ha detto che “la vera sfida è pagare di più tutti gli insegnanti”.
Secondo il ministro dell’Istruzione, “con 1.500 euro un professore non riesce a vivere, né riesce con 1.300 euro un docente di scuola primaria“.
Lo stipendio medio degli insegnanti, in effetti, non arriva a 30 mila euro lordi annui. Basta dire che nella pubblica amministrazione la media annuale dei compensi lordi è superiore a 34 mila euro.
Nei giorni scorsi, le parole di Valditara avevano prodotto tantissime, proteste, ad iniziare dal fronte sindacale, da sempre contrario a differenziazioni stipendiali.
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