Le parole di Enrico Letta pronunciate ieri, 9 agosto, hanno scatenato un putiferio. Il segretario del Partito Democratico, intervistato a Filo rosso su Rai3 in piena campagna elettorale, ha fatto una grande promessa ai docenti italiani. “Mi prendo l’impegno: se vinciamo, a fine legislatura, gli insegnanti saranno pagati con una retribuzione che sarà la media di quella degli altri insegnanti europei”, ha detto l’ex premier.
Quest’ultimo è stato accusato da più parti di star solamente facendo promesse a quelli che spera saranno i suoi elettori, senza però davvero avere intenzione di impegnarsi in tal senso. Il giorno dopo le sue dichiarazioni è arrivata puntuale la risposta di Rossano Sasso (Lega), sottosegretario di Stato al Ministero dell’istruzione nel governo Draghi, che ha parlato di “promesse a vanvera da chi ha penalizzato la scuola”.
Sasso, addirittura, crede che il Pd debba scusarsi con la categoria degli insegnanti in quanto colpevole di molti “misfatti” contro di essa: “A Enrico Letta chiedo con la massima umiltà di portare rispetto agli insegnanti, che non sopportano più di essere presi in giro dal PD, un partito che prima di fare qualsiasi promessa dovrebbe chiedere scusa al nostro personale docente, educativo ed Ata. Chiedere scusa per aver partorito mostri come la buona scuola, con i suoi famigerati algoritmi; per aver avallato il precariato, rendendolo cronico e rifiutando qualsiasi forma di stabilizzazione proposta dalla Lega; per aver inventato concorsi assurdi che non valutano la qualità di un docente ma solo la capacità di sfornare nozioni; per aver prestato il fianco a sprechi di denaro pazzeschi come le centinaia di milioni per i famigerati banchi a rotelle o le mascherine che puzzavano”, ha detto in un comunicato.
“Potrei proseguire a lungo con l’elenco e gli insegnanti lo sanno bene. Ma Letta e il PD pensano davvero di poter parlare alla comunità scolastica come se niente fosse? Per fortuna in tanti hanno ormai aperto gli occhi e in queste ore stanno rispondendo per le rime alla sinistra. Quella sinistra che un tempo aveva il monopolio elettorale del mondo della scuola, ma che proprio quel mondo ha attaccato, vilipeso, penalizzato”, ha continuato duro Sasso.
“Letta – ha sottolineato Sasso – pensi alla sua tassa patrimoniale; pensi al suo unico contenuto programmatico, vale a dire la demonizzazione degli avversari; pensi al campo largo che non c’è più, ma lasci perdere la scuola, le cui problematiche richiedono serietà, conoscenza e capacità. E, soprattutto, si ricordi che la dignità dei nostri insegnanti non si compra con una promessa in campagna elettorale. La loro fiducia si conquista negli anni”.
Insomma, secondo il sottosegretario, Letta starebbe solo prendendo in giro gli insegnanti. Resta da vedere se il segretario del Pd articolerà meglio la sua proposta e se risponderà a queste accuse. Ciò che è certo è che la scuola è al momento uno dei campi di battaglia in cui si stanno sfidando i vari politici in vista delle elezioni del 25 settembre.
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